Nel mondo dei social c’è chi ha costruito il proprio successo aprendo canali narranti il degrado e la movida violenta delle metropoli. Uno dei più famosi è indubbiamente “Welcome to Favelas” con oltre un milione di followers. Ne esiste anche una versione completamente made in Milan che giorno dopo giorno cresce a suon di views: si tratta di “Milano bella da Dio”. Conosciamo il fondatore, Giovanni Santarelli, uno dei candidati al “Milanese del 2021” attraverso un’intervista rilasciata a Mi-Tomorrow qualche mese fa.
Giovanni Santarelli, Milano Bella da Dio: «Racconto il bello e il brutto della città»
Come è nato “Milano bella da Dio”?
«Il profilo è nato nel 2019. Pubblicavo ciò che vedevo in giro e che poteva in qualche modo raccontare Milano. Non semplicemente video di risse e degrado, ma anche foto panoramiche e scorci della città. Non a caso lo slogan che contraddistingue la bio del mio canale è “Il bello e il brutto di Milano”».
Ci sono dei luoghi che ti hanno particolarmente ispirato per iniziare?
«Ho vissuto per 16 anni a Calvairate per poi trasferirmi in centro città. L’episodio che ha fatto scattare la scintilla è stato assistere un giorno alla scena di alcune persone che gridavano per strada in Porta Vittoria».
Il riferimento del tuo canale a Welcome To Favelas sembra palese.
«Certamente. Milano Bella da Dio è in qualche modo nata ispirandosi a Welcome To Favelas. All’epoca mi chiesi se ci fosse qualcosa di simile anche a Milano e dato che effettivamente non c’era, decisi di aprire il canale».
C’è chi ti accusa di diffondere una cultura della violenza.
«Milano Bella da Dio nasce con l’obiettivo di fare informazione: documenta ciò che succede in città nella maniera più neutrale possibile. I nostri moderatori poi controllano costantemente i commenti e quant’altro per evitare proprio certe derive e spiriti di emulazione».
I tuoi video raccontano spesso la movida violenta. Secondo te da dove sfocia?
«Il canale interagisce frequentemente con gli utenti e da ciò che ho raccolto in questi mesi potrei dirti che il motivo principale è indubbiamente il disagio creato dalla pandemia e dalle sue restrizioni nella vita quotidiana. Altro elemento, senza però generalizzare, è la diffusione della trap: ho ricevuto diversi video di giovani “trapper” che cercavano di promuoversi giocando proprio sull’elogio della violenza».
L’informazione del tuo canale pensi possa far pressione sull’opinione pubblica e le istituzioni?
«Sì e credo che il seguente esempio lo possa dimostrare. Milano Bella da Dio ha pubblicato i video di piazza Mercanti, del ragazzo col machete alle Colonne. A tutti coloro che mi scrivevano lamentandosi della situazione ho chiesto di scrivere direttamente al sindaco Sala e alla vice Scavuzzo. Le numerose mail inviate al loro indirizzo hanno provocato nei giorni successivi una presa di posizione pubblica del primo cittadino».