Donne al “Trotter” al Municipio 2

Freedom in the public sphere
Freedom in the public sphere

Oltre trenta cittadine, italiane e straniere, scenderanno in piazza per dare vita a una maxi performance. Tutte residenti nel Municipio 2 e di diversa origine e provenienza, le donne parteciperanno al progetto Freedom in the public sphere, curato da Ariella Vidach. L’appuntamento è domani alle 18.30, al Parco Trotter (via Giacosa 46), con un’anteprima stasera, alle 19.00, presso il Mudec – Museo delle Culture (via Tortona 56).

Si tratta di una performance partecipata e corale, che prenderà forma nello spazio pubblico, proprio per rimarcare il concetto del rituale collettivo, «per la trasformazione dello spazio pubblico e per la proclamazione dei desideri, in cui protagoniste sono le donne e la danza», come fanno sapere gli organizzatori e i promotori dell’evento. Freedom in the public sphere chiuderà Le alleanze dei corpi, progetto partecipativo e performativo per la «scrittura di una Milano plurale», promosso da Ariella Vidach e vincitore del “Bando alle Periferie” del Comune.

L’obiettivo è sottolineare l’importanza di una cittadinanza attiva e interculturale. L’evento rappresenta la tappa conclusiva di un percorso durato diversi mesi. I partecipanti hanno preso parte a workshop, laboratori, approfondimenti e incontri con artisti che hanno vissuto in prima persona l’esperienza della migrazione. Tra loro, la coreografa e studiosa di antropologia argentina Cecilia Bengolea.

«La performance si focalizza sul desiderio come motore della riappropriazione dello spazio urbano e del contesto civico – spiegano – sulla creazione di una comunità temporanea come strumento per uscire dall’isolamento della condizione “straniera”, sul corpo come linguaggio interculturale che supera le barriere linguistiche per costruire nuovi codici espressivi che si ibridano con la danza».

Dove nasce il progetto

Il progetto Le alleanze dei corpi prende il nome dall’omonimo testo di Judith Butler. È un progetto a cura di Ariella Vidach e Maria Paola Zedda con la collaborazione di Elisabetta Consonni, il patrocinio del Comune di Milano e il sostegno del Mibac – Spettacolo dal vivo, con la partecipazione di Mudec – Museo delle Culture, Università degli Studi di Milano Bicocca, Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche e Dipartimento di Antropologia Visuale, Progetto Aisha, Gruppo Eva, Casa delle Associazioni, Spazio Socialità, Amici del Parco Trotter, Hug Milano, Talento Danza, Ci vuole un drink. Mediapartner Danza&Danza, Radio Nolo.

Allo stesso modo del progetto, anche l’evento Freedom in the public sphere vede la compresenza e la condivisione di tempo e spazio, due elementi che «determinano una comunità temporanea raccolta attorno a una performance e rituale che racconta le esperienze della migrazione ma anche le speranze e i ricordi», raccontano gli organizzatori. L’elemento simbolico e semantico del progetto è un rosario di carta, ideato con la collaborazione dell’artista turco-tedesca Nezaket Ekici, già collaboratrice di Marina Abramovic. Un oggetto a cui le performer affidano i propri desideri di accoglienza e le memorie del paese d’origine, scrivendoli simbolicamente con la voce sulla pagina vuota.

«I fogli si trasformano nei grani di un grande e delicato rosario, elemento scultoreo e fragile allo stesso tempo, che racconta la vulnerabilità della condizione femminile ma è anche metafora del potere politico e immaginifico delle alleanze nella scrittura di una nuova città», aggiungono. Il Parco Trotter diviene così un luogo che trasfigura la fragilità della condizione di chi è lontano dalla propria cultura originaria, creando un paesaggio migrante. MA

 

Venerdì, alle 18.30

Parco Trotter
Via Giacosa 46, Milano

info@aiep.org


www.mitomorrow.it
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