Durante la conferenza stampa di ieri intitolata “Libertà e partecipazione”, il direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne ha annunciato una nuovo politica d’ingressi.
Le novità. «Non ci saranno più biglietti né visitatori, ma solo tessere e soci», con queste parole Bradburne ha sintetizzato la “rivoluzione” di Brera. Il programma del «nuovo museo per un nuovo mondo» – come affermato dallo stesso direttore – sarà molto semplice: l’entrata continuerà ad essere su prenotazione e gratuita fino a dicembre, ma al posto del biglietto si avrà diritto ad una tessera di socio con ingressi illimitati per tre mesi.
Futuro. Dopo questi primi tre mesi, i biglietti continueranno ad essere banditi. La tessera socio tornerà però a pagamento, ma Bradburne assicura che non ci saranno aumenti. «L’offerta sarà molto più ricca – ha assicurato il direttore – grazie ai contenuti online di Brera plus come concerti, eventi in streaming, incursioni dietro le quinte e, dal 12 ottobre, il documentario dedicato a Raffaello, il primo di una nuova serie».
In qualche modo la “rivoluzione” di Brera si ispira alla più celebre Rivoluzione Francese. Nella Costituente del 1791 infatti le raccolte d’arte vennero statalizzate e il museo divenne un’istituzione di diritto pubblico, come la scuola, con ingresso libero e visite guidate.
La nuova politica è anche un po’ un omaggio all’amico Philippe Daverio. Nel 2011 durante una trasmissione lanciò la proposta per Milano di un biglietto d’ingresso annuale perché la gente spiegava, non può andare a vedere 400 quadri in un’ora e mezza. Così come non si va in biblioteca per leggere tutti i libri, ma per prenderne uno o tre per volta».