E’ già finita (almeno per ora) l’era dei certificati anagrafici in edicole e tabaccherie. A denunciare il fatto è stato via Instagram l’assessore a Casa e Piano quartieri del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, indignato. «Il rifiuto della modernità ora ci toglie i certificati anagrafici in edicole e tabaccherie».
Certificati anagrafici, il post
«La mia collega Gaia Romani ha strabuzzato gli occhi quando ha scoperto che una circolare del Ministero dell’Interno (115/2022) sospende la possibilità di erogare certificati anagrafici presso edicole e tabaccherie e più in generale da parte di soggetti terzi (un milione in totale i certificati scaricati con queste modalità nel 2022). Si tratta di un servizio che alleggerisce le anagrafi tradizionali e consente una facilità ed una prossimità nell’ottenere certificati evidentemente apprezzata ed utile alla cittadinanza. Mi sembra anche inutile dovermi dilungare su quali sono i benefici, ci arriva chiunque senza spiegazione».
Certificati anagrafici, la fine
«Eppure è successo, ci son stati rilievi dall’autorità della privacy che, anziché essere controdedotti e gestiti, hanno portato a una circolare nazionale che blocca l’erogazione di questi servizi, bollati come pericolosi strumenti demoniaci, un po’ come fossero un pagamento col pos, la spid o le ricette mediche online»
Certificati anagrafici, il Governo
«Per ora, dal Governo Meloni, sappiamo che resiste il fax (qualche giorno fa la Presidenza della Camera ha inviato ai parlamentari le convocazioni in questa moderna forma telematica), ma sembrano tutti tasselli di una strategia che vuole far tornare il Paese ai tempi che furono e sorge una domanda: che servizio aboliranno domani?».
