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28. 04. 2024 04:20

Consiglio comunale, lite online. «Zitta e vai al parchetto coi figli». De Chirico si scusa

Il primo scontro è avvenuto tra Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia, e Alice Arienta

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Durante una commissione del consiglio comunale di Milano, tenutasi online martedì pomeriggio, sono volate parole grosse tra esponenti di diversi partiti riguardo a un regolamento che disciplina l’uso della denominazione ‘Milano’ nei marchi commerciali. La discussione ha evidenziato la necessità di richiedere un’autorizzazione per utilizzare il nome della città all’interno dei marchi, motivandone la scelta in relazione al territorio o ai valori cittadini, e garantendo che il marchio trasmetta un’immagine positiva di Milano e rispetti determinati criteri etici.

 

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Consiglio comunale, la lite

Il primo scontro del consiglio comunale è avvenuto tra Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia, e Alice Arienta (Pd), presidente della commissione servizi civici, seguito da un alterco tra altri membri della maggioranza. Gli scambi sono diventati molto accesi, con insulti e atteggiamenti irrispettosi da parte di alcuni consiglieri. De Chirico ha affermato di essere in autostrada, e Arienta gli ha detto: «Ti fermi e segui le commissioni, sei un consigliere comunale…». Netta la risposta: «Stai zitta. Ma vai al parchetto coi tuoi figli. Ma che cazzo dici, tu vai al parchetto coi tuoi figli, ma vergognati, non fare la moralista».

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Utilizzo del nome Milano

Consiglio comunale, il botta e risposta

Non è tutto per questo consiglio comunale online: Mauro Orso (Lista Sala, presidente della commissione sviluppo economico) ha rimproverato Alessandro Giungi (Pd), contrario alla delibera, di non aver letto attentamente il testo. La risposta è stata un’altra provocazione: «Ne parliamo in consiglio, magari una volta ci vieni, ci farà piacere». «Non si permetta di darmi del tu», la chiosa.

Consiglio comunale, le scuse

Tornando al precedente alterco del consiglio comunale, De Chirico, invece, ha diffuso una nota: «Sono stato protagonista di un episodio increscioso in cui ho perso le staffe e ho urlato contro le colleghe D’Amico e Arienta e il collega Orso. In commissione i toni erano già accesi anche all’interno della maggioranza e io stavo discutendo con il presidente Orso perché trovo la delibera sul “Marchio Milano” fortemente illiberale e ce l’avevo con lui perché, da imprenditore, difende un provvedimento che mortifica la libertà d’impresa».

«La collega D’Amico, che non stava presiedendo la seduta, ha acceso il suo microfono apostrofando come “Solita caciara da bar dello sport” le mie rimostranze. Purtroppo non è la prima volta che la collega interrompe inopportunamente un mio intervento, l’ultimo episodio era stato in occasione del consiglio straordinario in Municipio 5».

«Mi è uscito un brutto “Stai zitta!” quando mi ha interrotto in malo modo in un ragionamento che può non condividere, ma che io ho il diritto di portare a termine. Quando poi la collega Arienta mi ha detto che dovevo fermarmi con la macchina per partecipare alla commissione e non continuare a guidare, ho perso le staffe perché non accetto lezioni da chi si collega dalla spiaggia o dal parchetto».

«Nella foga non mi sono espresso bene, ho detto “ma vai al parchetto” intendendo ovviamente “ma se tu ti colleghi dal parchetto, vergognati, non mi fare la morale” e sappiamo bene tutti che mi riferivo a quello. Io stavo andando a un’importante riunione sullo stadio con WeBuild e lo studio Arco Associati, ma l’argomento in discussione era di mio interesse e volevo ribadire il concetto esternato nella commissione del 14/2 us».

«Mi scuso per gli epiteti coloriti, ma non accetto che mi si voglia fare la morale senza prima farsi un esamino di coscienza. Io stavo lavorando per la comunità. Penso sia abbastanza inutile ricordare, nei quattro anni di commissioni online, gli assessori collegati dalla macchina di servizio, chi in bicicletta, chi alle prese con spadellamenti vari, chi indaffarato con l’aspirapolvere, colleghi appena usciti dalla doccia».

«Non mi sono mai permesso di dire nulla nei confronti di costoro, ognuno se riesce a mantenere la propria concentrazione può lavorare da dove preferisce o da dove può, mentre trovo che sia assurdo avere la pretesa di insegnare agli altri fantomatiche “linee di condotta” che neanche segue personalmente.

«Dunque ripeto che mi scuso per i toni. Dopo quasi 8 anni di Consiglio comunale mi conoscete bene, con Alice poi siamo colleghi da ben 13 anni. Sono irascibile, ma non sono un misogino o un maschilista. Sui social è in atto una ingiusta strumentalizzazione contro di me. Con le colleghe, al di là di questo episodio, ho un buon rapporto, mai scalfito dalle divergenze politiche e nemmeno personali».

«Ricordo quando la collega Arienta nella precedente consigliatura fece una triste battuta dandomi del ciccione alla presenza della collega Tosoni che sottolineò l’uscita infelice. Questo, come il caso di ieri, sono cose che non dovrebbero succedere, ma che a volte purtroppo capitano. Mi dispiaccio ancora per aver urlato e usato termini non consoni al ruolo che ricopro. Per questo spero che tu, le colleghe e il collega vogliate accettare le mie scuse».

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