La pioggia è arrivata copiosamente dopo giorni passati a respirare male per lo smog. L’acqua ha ripulito certamente l’aria, ma come spesso purtroppo accade si chiude un rubinetto e se ne apre un altro. A partire dalle pozzanghere, vere e proprie lagune urbane che, complice la maleducazione di molti automobilisti, si trasformano in un pericolo per i pedoni che rischiano costantemente fastidiose e insalubri docce gelate.
Buche a Milano, tre giorni e la città è una palude
Si fanno tante campagne per invitare i cittadini (giustamente) a muoversi di più a piedi e con i mezzi pubblici, di città a 15 minuti, ma poi bastano tre giorni di pioggia per trasformare la città in una palude da guadare continuamente, e si è costretti a gimcane per evitare pozze, schizzi e cadute rovinose. Poi la pioggia porta con sé un altro dramma sempre più grave a guardare le strade negli ultimi giorni: le buche a Milano. Che sono pericolosissime soprattutto per i mezzi di locomozione più indifesi: biciclette, monopattini, scooter e moto.
A volte si ha la sensazione che in consiglio comunale (e anche talvolta in giunta) si faccia un sacco di “aria fritta”, con mozioni e discussioni su qualsiasi tema globale, si fanno podcast sulla qualunque e non si ponga la giusta attenzione su quello che è uno dei “core business” di chi dovrebbe governare una città: garantire che ci sia una buona manutenzione delle strade, che le vie non si trasformino in fiumi alla prima goccia di pioggia.
Buche a Milano, troppa poca attenzione
Sembra che ci sia poca attenzione per la “città di pietra”, per la sua struttura. Tutti presi invece a discutere della “città delle anime”. Milano è una città che può fare entrambe le cose, discutere del mondo e occuparsi dei tombini.