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09. 05. 2024 04:19

Mal d’aria: i dati sull’inquinamento a Milano

Rispetto a dieci anni fa lo smog della lungodegente “matricola” Milano è in miglioramento, ma non basta: i dati effettivi

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«Chi dice che non c’è inquinamento mente sapendo di mentire, oppure è ingenuo». Prendiamo in prestito le parole che il professor Alessandro Miani, presidente di SIMA – Società Italiana Medicina Ambientale, ha rilasciato a Mi-Tomorrow – nella prima puntata della nostra inchiesta sull’inquinamento a Milano – per descrivere la situazione della qualità dell’aria in città.

Il tema è complesso e affrontarlo con una semplice classifica delle città più inquinate al mondo non porta da nessuna parte. Milano non se la passa bene, si sta impegnando per ridurre le sue emissioni, potrebbe fare di più ma non è neanche immobile come spesso viene descritta.

Inquinamento a Milano, le soglie

Un tema che riguarda la salute pubblica andrebbe affrontato con l’urgenza che merita: di mal d’aria si muore, da queste premessa non si può prescindere. Il sistema di soglie in vigore per misurare la qualità dell’aria si basa su due valori limite stabiliti per monitorare l’esposizione della popolazione all’inquinante: si parla di concentrazione giornaliera, da non superare più di 35 volte nell’arco dell’anno, e di esposizione della popolazione nel lungo periodo, calcolando la concentrazione media annua di tutte le centraline comunali.

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Si comprende che tutto sta negli obiettivi che vengono imposti dalle direttive: questi parametri possono aumentare o diminuire, cambiando completamente la narrazione sulla qualità dell’aria di una città. Soprattutto, il mancato rispetto di questi limiti non comporta sanzioni.

Oltretutto, la normativa attuale è sotto revisione: in virtù dei più stringenti valori di controllo proposti dalla Comunità europea nel corso degli ultimi due anni, è tempo di cambiamenti. A maggior ragione se si considera che nuovi limiti entreranno in vigore a partire dal 2030. Milano sta facendo i compiti a casa, ma ha bisogno di un insegnante di sostegno molto più severo.

Medie annuali 2023
Medie annuali 2023

Il particolato è uno dei principali inquinanti dell’aria. Si suddivide in PM2.5 e PM10 e comprende tutte quelle particelle che si possono trovare nell’aria fino a un certo diametro, a esclusione dell’acqua. Il PM10 è l’indicatore che generalmente viene utilizzato per raccontare la qualità dell’aria di una città.

Un’analisi storica sugli ultimi 10 anni di rilevazioni di PM10 a Milano, grazie ai dati raccolti da ARPA Lombardia, permette di fotografare una precisa situazione: in città la qualità dell’aria è migliorata. Il grafico indica i giorni di sforamento delle soglie di PM10 e se 35 sono i giorni da non superare in un anno, negli ultimi sei anni la situazione è in miglioramento. Gli sforzi, in ogni caso, non sono ancora sufficienti per stare sotto la soglia dei 35 giorni annuali di sforamento.

Pm10 a Milano
Pm10 a Milano

In testa alla classifica delle città fuorilegge secondo la normativa vigente c’è Frosinone, con 70 giorni di sforamento registrati nella centralina di traffico urbano, seguita da Torino con 66 giorni. La classifica è stata stilata dal consolidato rapporto di Legambiente Mal’aria di città nella sua edizione del 2024 in cui viene preso in esame il D.lgs. 155/2010 che prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50μg/m3: Milano si ferma a 49 giorni.

Come si può notare dal grafico, le medie di PM10, PM2.5 e NOx sono sottosoglia ma non garantiscono ancora un livello di qualità dell’aria accettabile: le stime delle riduzioni delle concentrazioni necessarie per aumentare la qualità dell’aria a Milano vanno da -28% a -46%, numeri decisamente troppo grandi per tirare un sospiro di sollievo, nonostante gli sforzi fin qui compiuti.

Misure anti-inquinamento a Milano: cosa possono fare Comune e Regione

Se le fonti principali di inquinamento a Milano riguardano il riscaldamento a biomasse e i trasporti per il particolato primario, l’agricoltura e i trasporti su strada per il secondario, quali contromisure si possono adottare? Ci sono due livelli di azione. Il primo è in carico al Comune: l’ultima iniziativa di Palazzo Marino riguarda le porte dei negozi, da tenere chiuse per ridurre i consumi energetici e contenere le emissioni.

Al Comune spettano anche investimenti massicci nel TPL e incentivi all’uso del trasporto pubblico e della mobilità elettrica condivisa. Il secondo livello di azione riguarda Regione Lombardia che ogni anno, dal 1° ottobre al 31 marzo, mette in pratica misure di limitazione temporanee soprattutto nel settore del traffico. Spoiler: quelle di quest’anno sono già state sospese lo scorso 23 febbraio.

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