21.6 C
Milano
05. 05. 2024 16:43

Traffico a Milano, la costante che non cambia mai: è la quarta città peggiore al mondo

Parte l'inchiesta a puntate sulla viabilità

Più letti

Tanti milanesi lo pensano da tempo, adesso abbiamo i dati sul traffico a Milano. Troppe macchine in strada, le conseguenze più dirette sono inquinamento e smog. La fotografia che restituisce il TomTom Traffic Index sul 2023 lascia spazio a poche interpretazioni alternative: Milano è la quarta peggiore città al mondo per percorrere 10 chilometri in automobile nei giorni lavorativi all’ora di punta. Se questo dato non basta per disincentivare l’uso dell’automobile in città, parliamo di cose concrete: ogni anno un automobilista che guida a Milano butta via 274 ore del proprio tempo e 267 euro del proprio portafoglio fermo nel traffico. Tempo e soldi in meno.

Via Alcide de Gasperi, la porta di accesso a Milano da ovest passando per il Cavalcavia del Ghisallo, è la strada più trafficata di Milano. La città è in trasformazione e gli interventi dell’Amministrazione in questi anni sono stati tanti. La costante rimane il traffico, soprattutto nelle ore di punta. Con oggi inzia Dati alla mano, la nuova rubrica di Mi-Tomorrow che parte dai numeri della città. In questa e nelle prossime puntate affrontiamo il tema della viabilità.

Traffico a Milano: quanto ci vuole per percorrere la città

Per percorrere 10 chilometri in macchina a Milano in una giornata lavorativa ci vuole quasi mezzora. Per la precisione, 28 minuti e 50 secondi. Un’enormità. Il riferimento è all’ora di punta al mattino presto o alla sera prima di cena. Il ranking 2023 restituisce un’amara realtà: Milano è la quarta peggiore città al mondo. Ci si mette più tempo solamente a Londra (37 minuti e 20 secondi), Dublino (29 minuti e 30 secondi) e Toronto (29 minuti).

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Il capoluogo meneghino rispetto al 2022 perde 20 secondi, segno che le cose non stanno andando nella direzione di un miglioramento. Anzi. Il giorno nero a Milano è stato il 15 dicembre 2023: per fare 10 chilometri in città ci volevano 36 minuti e 30 secondi. Era un venerdì e c’era uno sciopero dei mezzi: Milano rimase paralizzata per diverse ore e il traffico andò in tilt.

Traffico a Milano, viale Alcide De Gasperi è la più trafficata

La strada più trafficata a Milano nel 2023 è stata viale Alcide de Gasperi secondo il Tom Tom Traffic Index. Si tratta di una delle arterie autostradali principali che permettono ai lavoratori di entrare e uscire da Milano in direzione nord-ovest. Il cavalcavia del Ghisallo è lo snodo fondamentale, non a caso è rimasto chiuso da luglio a settembre 2023 per «importanti lavori di rimodernamento per allungare la ‘vita utile’ del manufatto e migliorare la sicurezza di coloro che percorrono la strada», aveva spiegato il Comune.

Traffico a Milano, due numeri

274 ore

Finire bloccati nel traffico a Milano è molto semplice. Lavori stradali, ingorghi, semafori interminabili ma soprattutto troppe auto in strada. I mezzi pubblici e i mezzi di trasporto alternativi ci sono e offrono sempre più servizi, ma non soddisfano ancora una quota di lavoratori tali da decongestionare il traffico in città. Gli automobilisti a Milano, dovendo guidare due volte per 10 chilometri in un tragitto di andata/ritorno verso casa nelle ore di punta (mattino e tardo pomeriggio) dei giorni lavorativi, buttano 274 ore del loro tempo fermi nel traffico. In pratica, ogni anno lavorativo, cinque giorni interi sono trascorsi in macchina. Nello stesso tempo, si stima, si potrebbero leggere quasi 50 libri. Vista così, forse, vale la pena capire se ci sono soluzioni alternative all’automobile in città.

267 euro

Se Milano è la quarta peggiore città al mondo in termini di viabilità e si perdono troppe ore in auto fermi nel traffico, la situazione non miglior se la mettiamo dal punto di vista economico. Rimanere fermi interminabili minuti al semaforo col motore acceso – oltre ad avere un rilevante impatto ambientale – ha un costo ben preciso. La stima del TomTom Traffic Index è di circa 267 euro all’anno: un impatto simulato negli automobilisti che percorrono due volte per 10 chilometri in un tragitto di andata/ritorno verso casa nelle ore di punta (mattino e tardo pomeriggio) dei giorni lavorativi. Stiamo parlando praticamente di quattro-cinque pieni di benzina buttati via per colpa del traffico. In un momento storico di grande inflazione e costi sempre più alti per tutto, si tratta di una spesa significativa.

Traffico a Milano, che cos’è TomTom Traffic Index

Per raccontare la viabilità a Milano abbiamo utilizzato i dati del TomTom Traffic Index. Si tratta di un indice su dati delle auto in circolazione che TomTom raccoglie da varie fonti tramite i servizi di guida che offre per i propri clienti. In pratica, un campione rappresentativo di auto invia dati e permette di scattare una fotografia sulla viabilità. La classifica del 2023 fornisce spunti per analisi e approfondimenti per oltre 387 città nel mondo, sparse in 55 stati e lungo 6 continenti.

Traffico a Milano, il commento: ma l’auto è così necessaria?

Il TomTom Traffic Index 2023 porta a galla il senso d’urgenza che c’è a Milano quando si parla di traffico. Chi scrive vive Milano da uomo di provincia: pensare di poter venire in città, in macchina, durante la settimana, è utopia. Chi viene da fuori Milano lo sa e lo accetta: ogni giorno a in città entrano quasi un milione di automobili. Ma chi ci vive a Milano non può accettare tempistiche del genere.

Se Milano è la locomotiva del Paese allora deve fare un passo in avanti anche in termini di viabilità interna nelle ore di punta. Le soluzioni non sono facili e i problemi sono tanti. In primis ci sarebbe da ripensare l’intera struttura stradale della città. Un passaggio lungo e che scontenta chiunque venga tirato in ballo. Ma soprattutto bisognerebbe cambiare mentalità: per fare 10 chilometri in città non è necessaria l’auto, esistono già soluzioni alternative. Vanno incentivate e potenziate con soldi pubblici. Un investimento che produrrebbe un ritorno superiore a qualsiasi taglio del cuneo fiscale.

Traffico a Milano, parola al Comune: «Da soli non possiamo fare molto»

«Il traffico a Milano è oggettivamente diminuito. Le macchine in strada si sono diluite nel corso della giornata, non esiste più una concentrazione molto forte nel corso di certe fasce orarie. In generale, non c’è più una ripetitività che genera eccessi e ingorghi», parola dell’assessora alla Mobilità di Palazzo Marino.

Censi, cosa sta facendo il Comune di Milano per migliorare la situazione?
«Tutto quello che facciamo cerchiamo di farlo per fluidificare il traffico. In concreto lavoriamo in due direzioni. La prima punta a diminuire il traffico cittadino facendo interventi per migliorare la viabilità. La seconda area di investimento riguarda il trasporto pubblico, che non è saturo e, anzi, ha 30% di spazio per agire, non a caso negli ultimi dieci anni abbiamo inaugurato due linee della metropolitana. Tutto questo serve per ridurre il traffico e l’inquinamento, due temi centrali e collegati».

Se un cittadino decidesse di non utilizzare più l’automobile a Milano per andare al lavoro, dovrebbe ripiegare sul trasporto pubblico o sui mezzi alternativi. Come sta il trasporto pubblico milanese?
«Il nostro è il trasporto pubblico più efficiente in Italia e in Europa. In assoluto il sistema delle linee del trasporto pubblico a Milano funziona, salvo casi specifici su cui cerchiamo di intervenire tempestivamente. Per parlare di trasporto pubblico a Milano bisogna partire dai dati: ogni giorno entrano in città quasi un milione di auto e dobbiamo cercare di far scendere questo numero».

Arianna Censi
Arianna Censi

Esistono anche tanti mezzi alternativi per poter arrivare al lavoro. Biciclette, monopattini o scooter elettrici a Milano sono mezzi sicuri?
«Sono mezzi che sono sicuri a Milano come lo sono nel resto del mondo, qui non abbiamo nessuna emergenza specifica. I mezzi in sharing sono sicuri come sono sicure le nostre strade, il nostro obiettivo è garantire la sicurezza di tutti gli attori della strada: auto, mezzi alternativi, ciclisti e pedoni. Stiamo agendo sul fronte delle carreggiate e sul rispetto di alcune semplici regole della strada».

Il ponte della Ghisolfa è sempre al centro dell’attenzione di tanti cittadini.
«Lì stiamo realizzando la pista ciclabile per dare maggiore protezione a chi vuole usare la bici. Come noto, sulla Ghisolfa c’è il problema del filobus e di spostare l’energia elettrica, un intervento complesso che stiamo affrontando. Recentemente ho chiesto al Ministero dei Trasporti l’autorizzazione per installare una segnaletica sperimentale per avvisare gli automobilisti della presenza dei ciclisti».

Cosa le hanno risposto?
«Ci è stato vietato di esporre questa segnaletica. Mettere un cartello in più sulla Ghisolfa che inviti al rispetto del codice della strada verso i ciclisti era solo un’attenzione in più per gli automobilisti. Queste richieste arrivano da decine di Comuni, noi cerchiamo sempre di avere tutte le autorizzazioni perché Milano fa sempre notizia, ma qui abbiamo ricevuto un diniego incomprensibile».

Come se lo spiega?
«Quando Milano chiede qualcosa al Ministero, quindi al Governo, a volte riceve dei no incomprensibili. Non serve aggiungere altro».

Sono previste iniziative per stimolare l’uso di mezzi alternativi all’automobile?
«Vogliamo far vivere alle persone parti del loro municipio in qualità. Non possiamo togliere le auto da tutta la città, ma ragioniamo sui luoghi di Milano, analizzano sempre la qualità dell’aria. Da soli però non possiamo fare molto».

A chi si riferisce?
«Regione Lombardia deve assumere decisioni forti per la tutela della materia ambientale, non possiamo pensare che singoli Comuni possano arginare un fenomeno che, se non è affrontato in maniera macroregionale, non trova soluzione. Non possiamo assegnare ai Comuni una dimensione che non è accurata alle loro aree di intervento».

Quando si parla di ambiente spesso ci si dimentica che servono investimenti.
«In Regione si guarda solo all’immediato, non vengono fatti investimenti sul futuro. Il pianeta necessita di investimenti e scelte drastiche, severe, coraggiose, Il presupposto del cambiamento sono però le abitudini delle persone. Non piace mai a nessuno e produce impopolarità. A me non interessa il consenso e faccio quello che posso a Milano. Un amministratore deve prendere questo impegno nei confronti del futuro, anche se impopolare».

I dati dicono che il Cavalcavia del Ghisallo è stata la strada più trafficata nel 2023 a Milano.
«Chi arriva a Milano da ovest deve passare da quella strada, questi dati non mi stupiscono. Noi vogliamo una città in cui arrivano tante persone da fuori, il Ghisallo è parte di un accesso autostradale dove la scorsa estate siamo intervenuti con lavori di messa in sicurezza, sui guardrail ad esempio. Difficile pensare di diminuire il traffico in quella strada».

Traffico a Milano: Ghisolfa, il ponte della discordia

«La misura è colma». Inizia così il messaggio affidato ai social dell’assessora alla Mobilità del Comune di Milano Arianna Censi. Un tema anticipato e approfondito ai nostri microfoni. L’argomento della discordia è il ponte della Ghisolfa, da mesi al centro di polemiche (ma anche soluzioni) per la realizzazione di una pista ciclabile. Censi se la prende col Ministro Salvini che ha negato l’installazione di una segnaletica dedicata ai ciclisti sul ponte. Luogo in cui i milanesi che usano il mezzo a due ruote hanno più volte, in passato, organizzato sit-in di protesta e disegnato piste ciclabili abusive con la vernice. La risposta del Comune è arrivata e in questo mese sono partiti i lavori per la realizzazione della ciclabile: costo previsto intorno al milione di euro, fine lavori stimata per l’estate 2025.

In breve

FantaMunicipio #28: immobili a Milano, serve un freno alle speculazioni

Partiamo da una bella notizia per gli immobili a Milano. Il borgo di Cascina Selvanesco non potrà essere venduto...