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09. 05. 2024 05:49

Milano città 30, i cittadini dicono sì: due su tre sono pronti al cambiamento

Oltre il 64% dei milanesi vorrebbero una Milano più verde, sostenibile e attraversabile utilizzando solo il trasporto pubblico e la mobilità in sharing

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Due milanesi su tre vogliono la Milano città 30: oltre il 64% dei milanesi vorrebbero una città più verde, sostenibile e attraversabile utilizzando solo il trasporto pubblico e la mobilità in sharing. Sono i risultati del sondaggio di Voi Technology, azienda svedese di micromobilità in sharing attiva a Milano dal 2020 con i suoi monopattini color rosa corallo. L’azienda ha chiesto alla cittadinanza, attraverso molteplici piattaforme social media, di esprimere la sua preferenza fra una Milano come conoscono ora e una Milano futuristica, in cui le strade vengono dotate di maggiori infrastrutture per la micro mobilità elettrica ad integrazione del trasporto pubblico e dotate di maggiore spazio per la mobilità attiva e gli incontri sociali delle persone.

Milano città 30, il problema della congestione del traffico

Nonostante gli sforzi dell’attuale amministrazione comunale, infatti, i dati da poco condivisi da Palazzo Marino sull’indice di congestione del traffico non sono dei più confortanti: il tasso è ancora del 30% e sono ancora circa 650.000 i transiti giornalieri attraverso Area B, con una lievissima flessione rispetto all’anno precedente (-1,3%). Secondo il report globale Inrix Milano è la 61° città più trafficata al mondo, nonostante, per popolazione e grandezza, si posizioni solo al 229° posto: uno squilibrio molto forte. È in questi contesti che la micromobilità elettrica condivisa può giocare un ruolo essenziale nell’integrare il servizio di trasporto pubblico della città ed aiutare i cittadini ad avere spostamenti più efficienti.

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Milano città 30: cosa ne pensano i milanesi

Voi Technology ha voluto approfondire l’opinione dei milanesi riguardo a una trasformazione delle aree nevralgiche della città, a favore della creazione di aree più vivibili, con maggiori spazi per i cittadini e per il verde urbano. Per realizzare i rendering si è rivolta all’architetto e visual artist Giuseppe Campolattano, chiedendogli di riprogettare due iconiche arterie di Milano, via Giorgio Washington e l’inizio di Corso Buenos Aires, Piazza Oberdan, in modo che fossero godibili dai pedoni e che offrissero alla mobilità dolce lo spazio per realizzare il suo massimo potenziale. Il brand ha poi sottoposto un sondaggio a due community differenti: una generalista, composta da un campione di oltre 1000 persone geolocalizzate su Milano e la seconda di milanesi utilizzatori della micro mobilità in sharing, sempre a Milano.

I risultati dimostrano che, quando posti di fronte ad una stimolazione visiva ma fortemente pratica e attualizzabile, i milanesi preferiscono le loro strade in versione più “umana” che non a favore delle auto private. Nel caso di via Giorgio Washington, la community generalista ha preferito la versione “slow” dell’arteria milanese nel 75% dei casi e la community di utenti di veicoli di micro mobilità nel 77% dei casi. Nel caso di Piazza Oberdan/Corso Buenos Aires invece i dati si attestano al 64% a favore della versione “slow” e futuristica per quanto riguarda la community generalista e raggiungono invece l’87% fra gli utenti di micro mobilità.

I benefici di avere una Milano città 30

Molti studi dimostrano che la mobilità condivisa riduce le emissioni di gas serra. Questo significa che, aumentando spazi ed infrastrutture dedicate all’utilizzo e alla sosta di veicoli di micromobilità si aumenta l’attitudine all’utilizzo. Lo spazio necessario per parcheggiare un’auto utilitaria – delle dimensioni di categoria B, ossia di una lunghezza compresa tra 3,7m e 4,2m – occupa lo spazio equivalente a un parcheggio per 11 monopattini. I parcheggi non si dovrebbero aggiungere a quelli esistenti, ma li potrebbero sostituire, liberando spazio utilizzabile ad altri scopi per la cittadinanza.

Questo nuovo spazio potrebbe essere utilizzato per creare piccole isole con alberi, efficaci alla riduzione dell’effetto di “isole di calore” – ossia il calore che viene trattenuto da palazzi e strade nelle aree urbane – responsabili delle alte temperature in città, che creano cappa ed afa anche nelle ore notturne estive. L’installazione di fioriere, grazie alla presenza di terra, ridurrebbe anche il propagarsi dell’inquinamento acustico. La progettazione di “piazze sociali” andrebbe a riqualificare numerosi quartieri, come già avvenuto per le “Piazze Aperte” già inaugurate in diverse zone della città.

L’aumento di aree pedonali come piccoli giardini e piazze sociali, hanno contribuito ad aumentare la redditività delle attività commerciali nelle vie interessate in diverse città e centri urbani europei. Sebbene le attività locali siano talvolta inizialmente scettiche, i sondaggi che monitorano i risultati di questi progetti hanno mostrato che, sul lungo periodo, i titolari assumono un atteggiamento positivo e affermano che trasformare le vie cittadine perché siano percorse da meno auto ha avuto un impatto positivo sulle loro attività.

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