Il richiamo nostalgico alla Milano città d’acqua, un tempo fiorente e poi quasi dimenticata, ora rinasce nei corridoi di Palazzo Marino. Il progetto di riapertura dei Navigli, dopo anni di silenzio, torna protagonista con una presentazione in commissione consiliare Rigenerazione urbana e Ambiente, con all’ordine del giorno un’audizione dell’associazione “Riaprire i Navigli”. Questo potrebbe essere un nuovo inizio per riprendere il discorso interrotto poco prima dell’avvento della pandemia da Covid-19.
Milano città d’acqua, riaprire otto chilometri di Naviglio in parte coperto
Il progetto legato a “Milano città d’acqua” propone di riportare alla luce e rendere navigabili gli otto chilometri di canali della Martesana, in parte coperti, che si estendono da Cassina de Pomm ai Bastioni di Porta Nuova e altri completamente interrati, includendo la Conca dell’Incoronata, via San Marco, Fatebenefratelli, via San Damiano, Francesco Sforza, via Molino delle Armi e via De Amicis, fino ad arrivare alla Darsena dopo la Conca di Viarenna. Questo ambizioso progetto consentirebbe alle imbarcazioni di raggiungere Milano, Pavia e Venezia dal Lago di Como, attraverso il Naviglio di Paderno e il Naviglio Martesana.
Milano città d’acqua, un progetto che arriva da lontano e che piace
Nonostante in passato il progetto fosse stato accantonato per i costi elevati e altre priorità, non è mai stato completamente abbandonato. Nel 2011, un referendum aveva visto oltre il 94% dei votanti esprimersi a favore della riapertura. Nel suo primo mandato, il Sindaco Beppe Sala aveva riaperto il dibattito pubblico e si era ipotizzata la riapertura di cinque tratti in una prima fase, per poi estendersi all’intero percorso.
Milano città d’acqua, costi tra 650 e 750 milioni di euro
Nel novembre 2020, Mm ha elaborato uno studio di fattibilità tecnica ed economica per la riapertura dei Navigli, aggiornato parzialmente nel 2021 e consegnato a Palazzo Marino, dove è attualmente custodito. Questo studio comprende soluzioni tecniche per la navigabilità dei canali e la gestione dei servizi sotterranei. L’inclusione del progetto nel piano triennale delle opere da parte di Palazzo Marino, nonostante le cautele, indica un segnale positivo per il futuro. Tuttavia, le soluzioni per la riattivazione del sistema idraulico prevedono costi considerevoli, stimati tra i 650 e i 750 milioni di euro.