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29. 03. 2024 08:20

Milano e altre 11 città unite nel nome della cultura: «Riapriamo musei, cinema e teatri sempre»

Gli assessori alla cultura dei principali capoluoghi italiani scrivono al nuovo governo Draghi per creare un tavolo di confronto

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Milano ed altri 11 capoluoghi regionali si uniscono sotto la bandiera della cultura. Questa mattina i diversi assessori locali hanno scritto al nuovo governo Draghi le proprie proposte a sostegno degli “ecosistemi culturali urbani”. Oltre al capoluogo meneghino tra i firmatari anche Roma, Torino, Cagliari, Bari, Venezia, Firenze, Ancona, Bologna, Napoli, Genova e Palermo.

Richieste. «Musei, teatri, luoghi di spettacolo, sedi espositive, luoghi d’arte e cultura – scrivono in una nota da Palazzo Marino -: le città intendono mettere a disposizione del Governo la propria conoscenza capillare del mondo culturale e delle sue problematiche, ponendo le basi e stabilendo insieme i protocolli per una ripresa il più possibile certa, rapida e omogenea in tutto il territorio nazionale».

cultura a milano
Del Corno tra i firmatari

Tra le richieste fatte dai diversi assessori alla Cultura c’è quella di un protocollo unico nazionale. «Questo – si legge nelle proposte firmate dai 12 assessori comunali – eviterebbe la reversibilità delle aperture, a meno di situazioni particolarmente gravi, garantirebbe la continuità del presidio culturale sul territorio, assicurerebbe lavoro e fiducia, darebbe sostanza al diritto inalienabile alla cultura e fornirebbe ai cittadini alternative controllate e sicure, invece di obbligarli a una socialità compressa in pochi, e poco controllati, luoghi pubblici o privati».

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Una delle richiesta più pressanti è poi quella delle riaperture il fine settimana. «La garanzia dell’apertura degli istituti museali e dei luoghi di cultura anche nei weekend, nel rispetto di ogni norma prevista ad oggi per il contenimento del rischio sanitario e in attesa dell’auspicato protocollo unico. Si tratta – hanno ribadito i comuni – di un intervento necessario per la sostenibilità del lavoro culturale, per garantire la continuità nella conservazione del patrimonio, per consentire l’accesso ai luoghi di cultura a tutti i lavoratori del Paese, e quindi il pieno rispetto del diritto alla cultura».

 

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