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27. 07. 2024 03:27

Milano Pride, la Regione dice no al patrocinio. Ma non è sempre stato così…

Dal 2014 al 2016, il patrocinio era stato approvato con il supporto del vice presidente del consiglio regionale di allora, il leghista Fabrizio Cecchetti

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Il Milano Pride, evento annuale che celebra la comunità LGBTQ+, non ha ricevuto il patrocinio da Regione Lombardia per quest’anno. Nonostante il rifiuto non sorprenda date le attuali inclinazioni politiche della Regione, è degno di nota che negli anni passati, specificamente dal 2014 al 2016, il patrocinio era stato approvato grazie al supporto del vice presidente del consiglio regionale di allora, il leghista Fabrizio Cecchetti.

Milano Pride Square 2023, coppia gay
Milano Pride 2023

Milano Pride, le motivazioni del rifiuto

La decisione di non patrocinare il Milano Pride è stata presa dall’ufficio di presidenza del consiglio regionale, dominato dalla maggioranza di centrodestra. Tra i motivi espressi, Giacomo Cosentino e Alessandra Cappellari hanno sottolineato la presunta natura divisiva dell’evento, criticando il Pride per essere provocatorio e discriminante verso il concetto tradizionale di famiglia. Questo punto di vista riflette una posizione fermamente radicata tra alcuni segmenti politici della regione.

Milano Pride, l’importanza del voto

Il consiglio regionale è composto da cinque membri, di cui tre appartengono alla maggioranza di centrodestra, che quindi detiene la maggioranza dei voti. Questa composizione ha determinato l’esito della decisione, evidenziando la spaccatura politica esistente tra il governo regionale e il Comune di Milano, più incline a supportare iniziative di questo tipo.

Milano Pride, il rifiuto della Regione non ferma l’evento

Il rifiuto della Regione non interrompe i piani per il Pride 2024, che si svolgerà il 29 giugno, con partenza da Piazza Repubblica e arrivo all’Arco della Pace. Nonostante le difficoltà, gli organizzatori continuano a lavorare per garantire che l’evento sia un successo, sperando di riunire la comunità e sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti LGBTQ+.

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