Shiva, il trapper di 24 anni noto come Andrea Arrigoni, avrebbe sparato senza l’intenzione di uccidere, secondo quanto dichiarato dai suoi avvocati Daniele Barelli e Marco Campora durante l’udienza al Tribunale del Riesame di Milano. Nell’occasione, gli avvocati hanno richiesto la revoca dell’ordinanza di carcerazione per tentato omicidio e la sostituzione con la custodia ai domiciliari. Affermano che si tratta di una legittima difesa contro due individui da loro definiti pericolosissimi.

Cosa è successo l’11 luglio tra Shiva e i due lottatori di MMA
I fatti risalgono all’11 luglio, quando il trapper si trovava davanti alla sede della sua casa discografica a Settimo Milanese. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, ampiamente diffuse, sembrano confermare la dinamica dell’aggressione. Due uomini si sono avvicinati al cortile dello stabile, attaccando Shiva e provocandogli la frattura della mandibola. In risposta, il giovane ha estratto un’arma e sparato diversi colpi contro i due aggressori, appartenenti alla crew Seven Zoo di cui fa parte anche Rondo da Sosa, un collega-nemico di Arrigoni. I due aggressori sono stati identificati come lottatori di MMA professionisti, Alessandro Maria Rossi e Walter Pugliesi.
Nessuna denuncia presentata dai due aggressori
Secondo Barelli e Campora, gli spari non erano mirati a colpire organi vitali deliberatamente. Eventualmente, sostengono, si potrebbe parlare di eccesso colposo in legittima difesa, e non di altro. La situazione è parte di una lunga faida tra il gruppo di Shiva, noto come Santana, e Seven Zoo di Rondo da Sosa. Il giudice ha menzionato il sospetto di omertà, evidenziando che i due lottatori colpiti non hanno presentato denuncia.