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Milano
05. 05. 2024 01:23

Palazzo Marino valuta un tetto ai concerti (solo 41 all’anno), ma scoppia la polemica. Presto un dietrofront?

La Giunta stava lavorando alla definizione di un limite per il numero di concerti e spettacoli live a Milano ma sono subito partite lamentele e opposizioni

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Sembra pronto a fare un passo indietro il Comune di Milano sull’ipotesi di imporre un tetto ai concerti in città e, più nello specifico, a quelli che si tengono d’estate tra lo stadio San Siro e gli Ippodromi del Galoppo e La Maura. Se ne era iniziato a parlare ieri mattina, dopo che la Giunta aveva lavorato ad una bozza di delibera che però, nel giro di poche ore, aveva scatenato non poche polemiche. Così il documento potrebbe essere congelato. Almeno per il momento.

Tetto ai concerti a Milano: cosa succede

Secondo quanto emerge, sembra Palazzo Marino che stesse lavorando alla definizione di un limite per il numero di concerti e spettacoli live a Milano. In particolare si parlava di massimo 41 concerti all’anno, a partire dal 2024. Non più di 16 al Meazza, 15 all’Ippodromo del Galoppo e 10 all’Ippodromo La Maura.

Immediata ieri è stata la risposta dei principali organizzatori di concerti italiani, LiveNation per prima, che hanno subito contestato questa ipotesi, chiedendo al Comune del capoluogo lombardo di avviare un tavolo di confronto con gli assessori Tommaso Sacchi (Cultura), Arianna Censi (Mobilità), Elena Grandi (Verde), Alessia Cappello (Sviluppo economico), Marco Granelli (Sicurezza) e Gaia Romani (Municipi).

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tetto ai concerti
Tetto ai concerti

Tetto ai concerti: pro o contro?

Sul tema è intervenuto poi anche da Roma il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, schierandosi contro questa proposta. «Dopo il devastante periodo del Covid, ora ci si mette anche il Comune di Milano che pensa di ostacolare il settore, limitando la musica e i concerti. Il che equivale a limitare la cultura più giovane», ha detto.

E ancora: «Lo trovo davvero poco virtuoso. Spero che l’indiscrezione non sia vera e venga smentita. In ogni caso incoraggio altri Comuni italiani, più sensibili ad ospitare artisti e live, a farsi avanti perché non è giusto che la musica sia sempre trattata come l’ultima della classe».

Dall’altra parte invece Carlo Monguzzi dei Verdi ha difeso quello che la Giunta continua a definire comunque solo un «documento di lavoro». «In questa città – ha sostenuto – dobbiamo convivere rispettandoci gli uni con gli altri. È bellissimo divertirsi con la musica e partecipare ai concerti è spesso una cosa magica, ma è altrettanto giusta l’esigenza di riposo delle persone. Per cui limitare il numero eccessivo di concerti è l’unico modo per tenere insieme le due esigenze», ha concluso.

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