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05. 05. 2024 02:35

Gioco e politica: il bisogno di un riordino legislativo nel settore del gambling

I numeri relativi al comparto dei casinò online e, più in generale, del gambling, parlano di una crescita costante, con stime future ancora più rosee. Eppure, il gioco non entra ancora nell’agenda politica nazionale, con un riordino che appare sempre più lontano.

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Quello che si è concluso di recente è stato un primo trimestre assolutamente positivo per il gioco pubblico italiano. Numeri in crescita in tutti i sensi: per il giro d’affari complessivo, per i posti di lavoro offerti (superata quota 300 mila), per il gettito nelle casse dello Stato (circa 11 miliardi di euro). A trainare la locomotiva dello sviluppo ci pensano alcune strategie oculate: i bonus proposti dalle piattaforme di gioco, ad esempio, che mixano i processi di gamification con il marketing e il gaming Piccoli tasselli che contribuiscono alla grande crescita del settore, che però viene lasciato da parte dalla politica italiana.

Un riordino sempre più lontano per i casinò

Stando alle ultime notizie in campo politico, il governo guidato dalla Premier Giorgia Meloni non ha intenzione di mettere mano al dossier casinò. L’ultimo cambiamento normativo, in questo senso, risale ormai al 2017, vale a dire a due legislature fa, quando si era siglato un protocollo di intesa in conferenza unificata con diversi soggetti di gioco. Al momento, invece, non risultato aggiornamenti in materia ma solo due proposte di legge, presentate dal Partito Democratico sia alla Camera dei Deputati che al Senato, che prevedono un riordino alternativo.

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Riordino, anche se solo parziale, c’è stato invece con il DEF, il Documento di Economia e Finanza licenziato dal Consiglio dei Ministri nei primi giorni di aprile, all’interno del quale si prevedono 102 milioni di entrate nel 2023 e ulteriori 177 milioni nel 2024. “Il Capo III contiene il solo articolo 13, concernente la disciplina dei giochi – ha spiegato Fabrizio Sala di Forza Italia, durante l’esame in Commissione Finanze – L’articolo 13, contenente i princìpi e i criteri direttivi in materia di giochi, conferma innanzitutto il modello organizzativo del sistema dei giochi basato sul regime concessorio e autorizzatorio”.

Le richieste delle associazioni di categoria

A una parziale immobilità della politica, rispondono quindi le associazioni di categoria, che richiedono l’attivazione di un tavolo tecnico. Lo ha fatto, ad esempio, Massimiliano Pucci, Presidente di Astro, l’Asso-Intrattenimento italiana, che sottolinea la necessità di attivare un dialogo costante tra tutti i soggetti che hanno voce in capitolo. Al centro delle discussioni devono esserci tutela della salute e della legalità, interessi erariali e sistema economico. Bisogna mettere al centro le imprese del gambling, capire insieme ad esse che tipo di riordino si vuole mettere in campo.

Solo così, infatti, si potrà assistere e supportare la crescita del settore. Un settore che oggi è sempre di più un fiore all’occhiello della nostra economia, capace di attirare investitori, di sostenere le casse dello stato e soprattutto di offrire posti di lavoro alle nuove generazioni. Una filiera da sostenere e da controllare, per il bene di tutta la nostra economia.

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