Siamo tutti figli di quel 1994

1994
1994

Milano non ha mai cambiato pelle rispetto al 1994. Era quella “da bere”. Poi quella di Mani Pulite. Oggi è la più internazionale d’Italia. E per domani si prepara a vestire ancora il vestito più bello per le Olimpiadi del 2026.

 

La città è sempre stata – suo malgrado e sua fortuna – il crocevia di tutte le principali vicende dell’Italia repubblicana. Non è un caso allora che Mi-Tomorrow ponga l’accento sull’inizio della terza serie di Sky che da domani proporrà la fiction sul 1994, dopo aver ben narrato il 1992 e il 1993.

Svolta. A suo modo il 1994 fu l’anno di transizione dopo le macerie di Tangentopoli, con la resa dei conti al processo Cusani e la fuga di Bettino Craxi, e l’ascesa di Silvio Berlusconi sulla scena politica. Un uomo che – sospendendo qui ogni giudizio – ha inequivocabilmente segnato la storia italiana di questi ultimi venticinque anni.

Milano è stata la scenografia ovvia di questi cambiamenti: qui è maturata l’inchiesta del Ventesimo Secolo orchestrata da Antonio Di Pietro e dai suoi colleghi della Procura di Milano, qui è nata Forza Italia, qui la Lega è stata chiamata a misurarsi col governo di una grande città, qui sono passate le più gloriose vicende sportive italiane.

Il “dipietrese”. Nel 1994 abbiamo imparato la potenza della televisione, con il processo Cusani trasmesso sulle reti Rai, ma anche ammirato l’utilizzo dei primi strumenti informatici in un’aula di Tribunale. La retorica di Antonio Di Pietro (definita poi come “dipietrese”) ebbe un’eco mondiale, portando il magistrato abruzzese ad essere corteggiato dalla politica (Silvio Berlusconi gli propose un incarico nel suo primo Governo, rifiutato).

In quell’anno arrivò la prima storica sentenza proprio a carico di Sergio Cusani, condannato a 8 anni in primo grado nello stralcio del processo Enimont.

Vecchi garofani. Il 12 maggio 1994 fu il giorno del ritiro del passaporto per pericolo di fuga a Bettino Craxi, che, però, era già scappato in Tunisia, nella residenza di Hammamet. Quel che rimase immune alla scarica di Mani Pulite del suo Partito Socialista Italiano confluì giocoforza in quella creatura berlusconiana, chiamata Forza Italia.

Imparammo ad osservare la dialettica del Cavaliere nel campo politico, portando così un gergo imprenditoriale anche nelle tribune politiche (storica fu quella condotta da Enrico Mentana con Achille Occhetto). Nelle case degli italiani entrarono quotidianamente tre parole: conflitto di interessi.

A partire dalla notte di lunedì 28 marzo, quando quel partito nato in pochi mesi, alleatosi al Nord con la Lega di Umberto Bossi e al Sud con l’Msi di Gianfranco Fini (già in odore di dismissione verso Alleanza Nazionale), riuscì contro ogni pronostico a prendersi il Governo del Paese.

E Milano? Milano stava a guardare tutto, governata da Marco Formentini e da una giunta di impronta leghista (c’era anche Philippe Daverio assessore alla Cultura) che nel giro di pochi anni si sgretolò proprio colpita dall’onda berlusconiana. E da Milano, il 21 novembre 1994, partì l’avviso di garanzia nei confronti di Berlusconi premier, con una incredibile fuga della notizia, pubblicata la mattina stessa sul Corriere della Sera da un giovane chiamato Alessandro Sallusti.

Croce e delizia. 1994 significa anche gloria per il calcio milanese, meno per quello italiano. Fu l’anno del terzo scudetto di fila di Fabio Capello alla guida del Milan e della Champions League vinta ad Atene per 4-0 contro il Barcellona (la terza Coppa dei Campioni dell’era Berlusconi). Anche l’Inter in quella stagione, pur “imbarazzante” in campionato, trionfò in Coppa Uefa (che allora valeva più dell’attuale Europa League), battendo il Salisburgo.

Pochi mesi dopo arrivarono i Mondiali negli Stati Uniti e a tutti rimarrà per sempre il ricordo di quei due rigori fatali sbagliati a Pasadena prima da Franco Baresi e poi da Roberto Baggio, i migliori azzurri di quella Coppa del Mondo. Venticinque anni dopo è cambiato tutto. Ma quel che siamo – come sempre accade – è frutto anche di quel 1994. xox black


www.mitomorrow.it