«Carla era una donna eccezionale, essendo una donna normale. Molto attenta ai sentimenti e anche ai risparmi: riceveva molti regali, fra cui molti abiti bianchi e quindi li indossava. Ha iniziato a vestirsi di bianco quando aspettava nostro figlio Francesco. È nato di notte e il giorno dopo in ospedale è venuto a trovarla Eugenio Montale. Immenso uomo». Spunti, aneddoti, chiacchierate a briglia sciolta in ricordo di Carla Fracci, in occasione della presentazione del libro “Più luminosa di una stella. Una storia di danza, sogni e amicizia”, l’ultima testimonianza dell’étoile, scritta a quattro mani con Aurora Marsotto e presentata sabato al Museo della Scienza e Tecnologia, nell’ambito di Bookcity Milano.
Libro su Carla Fracci: la memoria della regina della danza rivive nei ricordi di chi le fu vicino
Per l’occasione Beppe Menegatti, regista teatrale e marito della Fracci, condivide con i presenti storie che intrecciano famiglia e professione. Altri ne raccontano l’umanità e la profonda dedizione all’arte della danza. «Amava il mare, ma doveva essere sempre coperta, anche quando faceva il bagno, perché sul palcoscenico la ballerina deve avere la pelle bianca – ha ricordato Loredana Furno, prima ballerina del Teatro Regio di Torino – Una volta era arrabbiatissima perché aveva dimenticato di coprirsi la testa e si era abbronzata quella sottile linea che compare dalla scriminatura dei capelli». Loreta Alexandrescu, ballerina e oggi docente ricorda di lei «Carla ha interpretato più di 200 ruoli, studiava nei dettagli non solo la tecnica, ma il carattere dei personaggi e stava attentissima a tutto il corpo di ballo. In quelle sue frasi nel libro io sento la sua voce».