Sulla votazione dei consiglieri comunali sul limite a 30 chilometri orari per le vie cittadine è più preoccupante quello che non si vede di ciò che si è visto e dibattuto in questi giorni. Innanzitutto state tranquilli, non rischiate di dover andare a 30 chilometri orari in via Fermi o via Forlanini. E, se volessimo stare nel campo della realtà, ci sono situazioni in cui i 30 km/h sono al contrario un miraggio, tipo viale Monza nelle ore di punta. Ciò che non si vede dopo giorni di discussioni, articoli, polemiche, è ciò di cui si dovrebbe davvero discutere.
Limite a 30 chilometri orari nel 2024 a Milano: è credibile?
La viabilità cittadina è un tema strettamente tecnico per molti versi: una volta data l’indicazione politica, sono gli esperti poi che devono tradurre nell’ambito del possibile la missione data dai rappresentanti delle istituzioni. In questo caso, se l’indicazione è quella di avere una città con più attenzione per pedoni e ciclisti, saranno i tecnici a valutare e proporre quali vie necessitano di limiti più stringenti e quali no. Questo dovrebbe accadere – e solitamente accade – in ogni città “normale”. Ma se spostiamo l’attenzione dal dito alla luna, ci accorgiamo che questa iniziativa del Consiglio comunale rappresenta la sua ormai totale impotenza politica.
Limite a 30 chilometri orari nel 2024 a Milano, Consiglio impotente
Ormai a Palazzo Marino si discutono ordini del giorno su qualsiasi cosa che non riguardi gli assetti reali della città, i rapporti di forza all’interno di essa, le grandi direttrici di cambiamento, le scelte strategiche su temi come le diseguaglianze, il lavoro, la mobilità (quella vera), la solidarietà, la cultura. Ormai in Consiglio si gioca a spararla più grossa. È diventato una piccola assemblea di istituto delle superiori. Senza la freschezza della gioventù.
