Sì, non ci sono troppi giri di parole: i saldi (invernali o estivi che siano) sono davvero diventati anacronistici. Lo erano già da tempo, ma nell’epoca post Covid (sempre che sia davvero superata la fase più critica) fissare paletti e date per il commercio e per le vendite promozionali assume i connotati di una pratica grottesca.
Saldi, non più al passo coi tempi
Probabilmente, infatti, non si è ancora metabolizzato il cambiamento epocale del commercio online, ma anche quello offline che in molti casi si è adeguato fin troppo minuziosamente alle norme anti-contagio offrendo ai clienti la possibilità di entrare nei negozi su appuntamento.
Per non parlare delle innumerevoli offerte che piovono sugli smartphone dei milanesi da un colosso come La Rinascente che, di fatto, non ha mai smesso negli ultimi tre mesi di bombardare di messaggi, telefonate e-mail contenenti sconti, cumulabili con altre offerte di ogni tipo: insomma, un labirinto che risponde al solo obiettivo di attrarre clientela con prezzi di saldo.
Di conseguenza, il rito dei saldi di fine stagione (anche questo termine andrà rivisto dato che l’estate è appena iniziata) è rimasto forse nella memoria e nei programmi di qualche negoziante vetusto, ma certamente ancorato alle regole che le istituzioni impongono senza accorgersi del mondo cambiato.
Sembra strano, però l’impressione è che la pandemia non abbia insegnato nulla alla categoria già abbastanza falcidiata dalla carenza di turismo internazionale.