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26. 04. 2024 09:50

Salone e Fuorisalone: e tutto tornò come prima

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Ve li ricordati i profeti del “Nulla sarà come prima, perché prima era sbagliato” che si agitavano durante i mesi più duri della pandemia? Quelli che sostenevano che la normalità non sarebbe più tornata, che profetizzavano fughe dalle città, anzi la vera e propria fine delle città? Dopo due anni sicuramente difficili, e che certamente hanno prodotto dei cambiamenti nel nostro modo di vivere e di pensare, la città invece non solo resta protagonista, ma anzi si rilancia e riprende i livelli pre pandemia.

Salone e Fuorisalone si riprendono il palco

La voglia di riprendere abitudini interrotte bruscamente, il desiderio di vivere e stare insieme agli altri, di affollare concerti e manifestazioni più varie, l’esigenza di viaggiare: è tornato tutto come prima, anzi più di prima. A Milano il Salone e il Fuori Salone si riprendono prepotentemente il palcoscenico, con numeri più che buoni dal punto di vista economico e di previsione di partecipazione. E possiamo serenamente sopportare gli improvvisati esperti di design, gli aperitivi esclusivissimi a cui però partecipano tutti, le stravaganze dei “vorrei ma non posso”, persino il traffico insostenibile dei giorni del Salone.

Ciò che è ancora più importante è che non è solo la città in sé a essere tornata protagonista, ma è il modo di vivere “urbano”, che si può avere anche stando nel più sperduto dei villaggi. La città è uno “stato della mente” che ha dimostrato resistenza e capacità di uscire dai confini di pietra. Questa esplosione di normalità e di urbanità è un fenomeno assolutamente prevedibile. Le persone, costrette a passare troppo tempo chiuse in casa a causa della pandemia, hanno bisogno di scambi reali, di vedersi di persona, di scambiare opinioni. Molte cose si possono fare sulle piattaforme online. Per tutto il resto però c’è bisogno di città.

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