Un Nottingham Forest da top 100 al mondo: «Il nostro successo? Il bartender»

nottingham forest
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Un’eccellenza tutta milanese, ma dal respiro profondamente internazionale: il Nottingham Forest, storico pub che sorge in viale Piave 1, nel cuore meneghino, si è conquistato anche quest’anno un posto nella classifica The World’s 50 Best Bars, presentata nei giorni scorsi a Londra.

 

La graduatoria seleziona ogni anno i migliori locali dell’industria del beverage e il pub milanese figura nella top 100 di tutto il Pianeta. Stanziandosi, per la precisione, alla posizione numero 86. A raccontarci dei traguardi ottenuti in questi anni è Dario Comini, titolare del Nottingham Forest nonché uno dei più quotati barman al mondo: con la sua famiglia è alle redini del locale dalla sua apertura, avvenuta ben mezzo secolo fa.

Che cosa significa questa classifica?
«Si tratta di una graduatoria molto considerata in tutto il mondo e corrisponde, per i ristoranti, alle Stelle Michelin. Viene stilata dalla stessa società che seleziona la World’s 50 Best Restaurants, quella che a livello di ristorazione ha consacrato Bottura, per intenderci».

Come vi siete piazzati negli anni?
«Il nostro ingresso nella top risale al 2007. Nel corso del tempo, siamo rientrati tra i primi 50 del pianeta e siamo stati il primo bar italiano al mondo, piazzandoci in 15esima posizione. Ora siamo all’86esima ma in questo settore non è importante tanto la posizione, quanto continuare a essere presenti».

Quali sono i punti di forza che vi hanno permesso di scalare le classifiche?
«Da decenni siamo all’avanguardia per tutte le tecniche di miscelazione, a livello internazionale. Arrivano qui moltissimi barman da tutto il mondo, per imparare le mie tecniche».

Perché vi premiano?
«Spesso si pensa che su questi risultati incida la bellezza, il lusso del locale. In realtà a fare la differenza è il bartender o il bar manager: l’influenza che riscuote a livello mondiale, e il tipo di tecnica da lui utilizzata. La chiave, in sostanza, è il prestigio del barman che lavora in un locale».

Come sviluppate la vostra tecnica?
«Al centro mettiamo la formazione. Abbiamo anche una scuola e la mia società (Bartender.it) organizza eventi a livello nazionale e internazionale».

Quali sono gli avventori di punta del Nottingham?
«Siamo molto conosciuti dai turisti. I visitatori ci hanno come punto di riferimento a Milano. Tanti soprattutto i clienti cinesi e giapponesi e addirittura il Giornale di Pechino, durante Expo 2015, consigliava ai turisti cinesi le principali attrazioni meneghine. Al primo posto il Duomo, al secondo il Nottingham».


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