In una mossa che sottolinea la crescente popolarità dei dolci salentini al di fuori dei loro confini tradizionali, la storica pasticceria Martinucci ha annunciato l’apertura di due nuove sedi entro l’estate: una nel cuore finanziario d’Italia, Milano, e l’altra nella pittoresca Monopoli in Puglia.
Pasticceria Martinucci: Milano accoglie il sapore del Salento
Milano, con il suo dinamismo e la sua costante ricerca di novità gastronomiche, sta per arricchirsi con un nuovo punto di riferimento per gli amanti dei dolci: Martinucci. Nota per il suo pasticciotto, un dolce che incarna l’essenza della tradizione salentina con il suo guscio croccante e un cuore morbido di crema, la pasticceria si prepara a deliziare i palati milanesi anche con varianti al cioccolato, amarena e pistacchio. Questa sarà la seconda apertura di Martinucci a Milano, dopo quella nel nuovo centro commerciale Merlata Bloom, a conferma del successo che la pasticceria ha già riscosso nella metropoli lombarda. Ancora ignota la via precisa, anche se l’azienda annuncia che sarà «in centro».
L’espansione continua: Monopoli e rinnovamenti a Bari
Parallelamente all’apertura milanese, Martinucci punta a consolidare la sua presenza nel sud con un nuovo negozio a Monopoli. Non meno importante è il restyling previsto per la sede di Bari, dove il punto vendita di via Sparano si trasferirà a breve distanza, ampliando lo spazio a disposizione dei clienti.
La storia di un successo: Martinucci da Salento a brand nazionale
La crescita di Martinucci rappresenta un capitolo affascinante nella storia della pasticceria italiana. Nata nel 1950, questa azienda familiare ha saputo evolversi mantenendo inalterata la qualità e l’autenticità dei suoi prodotti, diventando un simbolo di eccellenza. Con oltre due dozzine di punti vendita, principalmente in Puglia, Martinucci ha ora raggiunto anche il centro e il nord Italia, portando ovunque un pezzo di Salento. Chiudendo il 2023 con un fatturato da 18 milioni di euro.
La comunità di Milano, così come quella di Monopoli, attende con entusiasmo l’arrivo di questi nuovi negozi, segnando un altro capitolo nella storia di successo di Martinucci e nel continuo scambio culturale e gastronomico che arricchisce il nostro paese.
Il pasticciotto pugliese: viaggio nella tradizione dolciaria del Salento
Il pasticciotto pugliese è più di un semplice dolce: è un simbolo, un pezzo di storia e cultura che affonda le radici nella tradizione culinaria del Salento. Questa prelibatezza, conosciuta e amata ben oltre i confini regionali, racconta una storia di semplicità, tradizione e passione.
Origini ed evoluzione
Le origini del pasticciotto risalgono al XVIII secolo, quando per la prima volta fu creato nelle cucine di un forno a Galatina, una piccola cittadina nel cuore del Salento. Secondo la leggenda, fu l’intuizione di un pasticciere, chiamato a preparare un dolce last minute con gli ingredienti che aveva a disposizione: farina, burro, zucchero, e crema. Da qui nacque il pasticciotto, con il suo guscio friabile e il cuore morbido di crema pasticcera.
Il pasticciotto si distingue per la sua forma ovale, il guscio dorato e croccante fatto con una pasta frolla ricca di burro, che racchiude un cuore morbido e caldo di crema pasticcera. La ricetta tradizionale si è arricchita nel tempo con varianti che includono ripieni di cioccolato, amarena, pistacchio, e persino varianti salate, ma la versione classica alla crema rimane la più amata.
Diffusione e popolarità
Da dolce locale a icona regionale, il pasticciotto ha conquistato i cuori e i palati di tutto il mondo. Ogni pasticceria salentina offre la sua versione del dolce, e non c’è festa o celebrazione in Puglia che non preveda la presenza di questo piccolo tesoro gastronomico. La sua popolarità ha superato i confini regionali, diventando un must per chi visita il Salento e un vanto per i pugliesi all’estero.
Il Pasticciotto nel contemporaneo
Oggi, il pasticciotto continua a essere un pilastro della pasticceria pugliese, con maestri pasticceri che ne custodiscono la tradizione pur innovandola. Festival, concorsi e riconoscimenti culinari hanno contribuito a mantenere alto l’interesse intorno a questo dolce, celebrando la sua storia e la sua capacità di adattarsi ai gusti contemporanei senza perdere la sua essenza.