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20. 04. 2024 13:32

In Porta Venezia apre la vera spritzeria milanese l’Orange Spritz Bar

I soci fondatori: «Nasce dalla voglia di fare insieme un progetto, ognuno ci ha messo un po’ del suo»

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In Spritz Veritas” è il graffito che campeggia sulla saracinesca dell’Orange Spritz Bar, per far capire subito, anche quando il locale è chiuso, che qui si fa sul serio a partire dalla porta d’ingresso, con l’opera originale di Alberto Tornago e Federico Pastore. Ha aperto il giorno di San Valentino la prima spritzeria al centro della movida di Porta Venezia, in via Tadino 4, in una delle zone più cool ma allo stesso tempo più vere, più multietniche e più inclusive di Milano.

Apre a Milano in via Tadino 4 l’Orange Spritz Bar

Qui la tradizione del vero spritz veneziano è rispettata in maniera filologica, ma ce ne sono altri 16 tipi diversi, in vari formati, che abbinano i liquori classici alle bollicine del prosecco, rigorosamente alla spina come da tradizione. Chi se l’è inventata questa idea? Marina De Bertoldi e Filippo Bosio, lei che di giorno gestisce il marchio di famiglia LoveTherapy, creato da suo zio Elio Fiorucci nel 2003 e lui che dalle 18 in poi sveste i panni di amministratore delegato di un’importante gruppo del mondo finanziario per indossare quelli di CEO del locale.

Insieme a loro ci sono altri due soci, Andrea Tornago e Riccardo Vitanza, sì proprio lui, colui che guida la comunicazione di artisti del calibro di De Gregori, Zucchero, Baglioni, Ligabue, Gianna Nannini, Alessandra Amoroso.

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Marina, tu sei l’ideatrice di Orange Spritz Bar: perché questo lato di Porta Venezia?
«Io abito qui da sempre, amo molto la zona, ci sono passate e ci risiedono ancora oggi tutte le comunità, c’è una commistione incredibile di food e design, dai gioielli di resina al negozio di filatelica, dalla libreria antiquaria alla borsa del fumetto, dal ristorante stellato al mondo variegato della cucina eritrea. È una zona molto interessante e con il lockdown abbiamo avuto tempo per guardare i luoghi più vicini a noi».

Filippo, si chiama Orange Spritz Bar perché orange is the new black?
«Siamo nella zona lgbtqi+ di Milano, mi piacerebbe diventasse un locale di tendenza per l’inclusività e vorrei anche dargli uno spessore un po’ intellettuale. E poi orange è il simbolo principe dello spritz, la fetta d’arancia che guarnisce il bicchiere, oltre ad essere un nome uguale sia in inglese che in francese, ma comprensibile anche da un italiano».

Filippo, raccontaci la scelta di un locale a tema spritz
«Mio padre ha origini veneto-austriache e io sono come Obelix, caduto da piccolo nel pentolone dello spritz. Siamo esperti ed appassionati bevitori di questo cocktail e ci piaceva l’idea di creare un’offerta verticale di un prodotto che ora sta avendo un grande successo».

Spiegateci la vostra proposta
«La base è il seltz e un Prosecco Doc che facciamo fare appositamente per noi, servito alla spina come da tradizione, per conservare in ogni cocktail il giusto tono di gasatura con la CO2 addizionata al momento; poi vengono aggiunti i liquori della tradizione italiana, come Campari e Aperol ovviamente, ma anche il Select per il “Veneziano”, il Cynar per il “Milano”, il Curaçao per il Laguna Blu, il liquore al passion fruit per il “Pinky” o il China Martini per il “China Mon Amour”. Oltre alle 16 varietà in menù, ogni settimana ne proponiamo uno nuovo: ad esempio lo spritz di questa settimana è con l’Amaro del Capo piccante».

Come si fa ad assaggiarli tutti?
«Abbiamo scelto anche le misure: lo sprtizino da 250 ml costa 3.50 euro, così puoi provarne diversi; poi ci sono quelli da 5 e 7 euro, con stuzzichini e giro pizza. Infine i cocktail da asporto a 6 euro, con liquori di livello medio-alto. La ricerca della materia prima è durata un anno».

Una caratteristica speciale è l’attenzione alla sostenibilità
«Facciamo tanto asporto, l’80% è la serata pre disco con clienti giovani: quando vengono a ordinare il cocktail gli scriviamo il nome sul bicchiere con il pennarello e quando tornano per il secondo giro, se portano lo stesso bicchiere da riempire pagano 4 euro invece che 5. È un piccolo gesto, ma per noi molto importante per veicolare un messaggio e contemporaneamente fare qualcosa di concreto per ridurre il consumo di plastica».

Marina, idee per il futuro?
«Questo luogo nasce dalla voglia di fare insieme un progetto, ognuno ci ha messo un po’ del suo. Filippo aveva esperienza di altri locali, io no, ma il gusto di stare con le persone mi appartiene. Creare un luogo conviviale per scambiare opinioni mi affascina e l’esserci trovati rinchiusi per due anni ha fatto nascere la voglia di fare qualcosa per questa zona: per il Salone del Mobile faremo qui un evento del Fuorisalone, quando avremo il dehor vorrei portare qualche artista di strada, mi piacerebbe un po’ di qualità, anche per creare un progetto replicabile, da aprire in altre zone di Milano, come Isola o l’Arco della Pace».

Curiosità finale: i vostri locali di riferimento anni 80’/’90 a Milano?
Filippo: «Il Bar Basso, per il Negroni più buono del mondo».
Marina: «Il Jamaica, perché si ballava sui tavoli e la proprietaria conosceva per nome tutti i clienti».

ORANGE SPRITZ BAR

Via Tadino 4, Milano
M1 Porta Venezia
Dal martedì alla domenica, dalle 18.00 alle 2.00

orangespritzbar@yahoo.com
@orange_spritz_bar

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