Terremoto Tari a Melegnano, protestano i commercianti

Tari
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E’ guerra aperta a Melegnano tra i commercianti e il Comune. Oggetto del contendere: gli arretrati richiesti sulla Tari, la tassa rifiuti. Secondo le stime diffuse dalla Confcommercio locale, oltre 650 avvisi sono stati recapitati a negozianti e artigiani con richieste definite “stellari”, fino al caso più eclatante di un ristoratore del centro cittadino che si è visto recapitare una richiesta di oltre 180.000 euro. «E’ una situazione insostenibile – ha sottolineato la presidente di Confcommercio Melegnano, Caterina Ippolito –. Numerose imprese rischiano la chiusura con la conseguente perdita di posti di lavoro e la ricaduta fortemente negativa sull’indotto».

Come si è arrivati a questa situazione? Secondo la ricostruzione di Confcommercio, che la scorsa settimana ha portato in piazza centinaia di associati, «il Comune di Melegnano ha incaricato una società di riscossione che ha ricavato le superfici da tassare dalle piantine del catasto». «Ma la tassa rifiuti – spiega l’organizzazione – si deve pagare sulla superficie calpestabile, non su quella della piantina castale. Quindi le superfici corrette avrebbero dovuto essere verificate dagli uffici del Comune con un accesso ai locali, oppure dopo un incontro con il contribuente. Cosa che il Comune non ha fatto». E ancora: «Melegnano ha applicato alle attività commerciali, ai bar e ai ristoranti e alle altre attività produttive, la più alta tassazione rispetto a tutti gli altri Comuni del territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza chiedendo gli arretrati dal 2013».

Dopo un primo incontro, avvenuto venerdì scorso, il Comune è al lavoro per trovare una soluzione e verificare una modifica del regolamento della tassa rifiuti. Il sindaco Rodolfo Bertoli ha già chiesto la revisione dei regolamenti tributari: «A parere del sottoscritto, la tariffa per la raccolta dei rifiuti potrebbe essere applicabile in base alla destinazione d’uso», accogliendo di fatto le richieste di Confcommercio. In consiglio comunale è arrivata dalle minoranze di centrodestra anche la richiesta di dimissioni dell’assessore al Bilancio, Marco Pietrabissa, per la gestione fallimentare degli accertamenti tributari.

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