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29. 03. 2024 02:12

«Cantautori a scuola», la musica d’autore entra nei licei di Milano

Fondazione Gaber e Officine Buone lanciano il progetto che porta in classe De Andrè e Dalla. Ugo Vivone: «Già partiti al Manzoni, al Cremona, al Caterina da Siena e al Machiavelli di Pioltello»

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Da tempo le antologie scolastiche propongono, fra un sonetto Ugo Foscolo e una lirica di Eugenio Montale, anche testi dei cantautori. Ma poi durante le lezioni si studiano davvero i brani di Fabrizio De André o di Lucio Dalla?

Fondazione Gaber e Officine Buone, con il contributo di Fondazione di Comunità Milano, hanno lanciato alla Milano Music Week “Cantautori a scuola – Da Gaber a Brunori”, progetto che si tiene in alcuni istituti superiori di Milano e dell’hinterland.

Cantautori a scuola, la musica d’autore entra in classe

Quattro giovani cantautori (Paoloantonio, Nòe, Frey ed Emit), armati di chitarra, analizzano le canzoni insieme agli studenti. Officine Buone, organizzazione no profit che unisce la promozione di nuovi talenti musicali con il volontariato negli ospedali, fra i quali il Niguarda, l’Istituto dei Tumori e le strutture del Gruppo San Donato: gli artisti emergenti si esibiscono in una sorta di competizione davanti ai pazienti. Il presidente Ugo Vivone ha raccontato a Mi-Tomorrow quest’iniziativa.

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In quali istituti portate “Cantautori a scuola”?
«Siamo già partiti al liceo Manzoni, al Cremona, all’Istituto Caterina da Siena e al Machiavelli di Pioltello. Si tratta di scuole con le quali la Fondazione Gaber aveva già lavorato per la divulgazione dell’opera dell’artista milanese. A breve si aggiungeranno altri quattro istituti, sempre nell’area della Città Metropolitana».

In cosa consistono le lezioni?
«In ogni classe si svolgono quattro lezioni: in tutto si studiano sedici cantautori. Paoloantonio, Nòe, Frey ed Emit, insegnano con l’aiuto di strumenti multimediali e suonano alcuni brani dal vivo con la chitarra. Attraverso le canzoni di Franco Battiato, Samuele Bersani o Brunori Sas si studia italiano ed educazione civica. E’ giusto che artisti come Fabrizio De André vengano esaminati in modo approfondito come si fa con Giacomo Leopardi. Gli ultimi incontri si trasformano in una “masterclass” tenuta da autori noti, che sono ancora in via di definizione».

I ragazzi come reagiscono a queste lezioni particolari?
«All’inizio temevamo che non fossero molto interessati, dato che al termine del ciclo non è prevista una valutazione. In realtà gli studenti sono molto attenti: con i “professori”, nasce uno scambio molto stimolante confrontando questi grandi del passato con i loro idoli di oggi, da Sfera Ebbasta a Blanco. I “veri” docenti sono contenti perché con “Cantautori a scuola” i ragazzi imparano ad analizzare un testo, a commentarlo e a comprenderne i risvolti sociali. Il loro entusiasmo dimostra che il progetto ha tante potenzialità».

Come avete scelto i quattro “professori”?
«”Cantautori a scuola” ha anche l’obiettivo di offrire opportunità lavorative ad artisti emergenti, una delle categorie più colpite dalla pandemia. Abbiamo scelto proprio loro, perché sono i quattro cantautori che si sono maggiormente spesi come volontari negli ospedali. La nostra è una vera e propria rassegna musicale con cento concerti all’anno, che coinvolge oltre cinquecento musicisti. Inoltre collaborano con noi, in veste di cantanti o presentatori, anche personaggi noti come Brunori Sas, Melissa Greta Marchetto, Federico Russo, Marco Maccarini e Federico Rossi del duo Benji & Fede».

 

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