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19. 04. 2024 13:01

Coronavirus, l’istituto “Falcone Righi” abbandona “carta e penna”

L'istituto "Falcone Righi" di Corsico si trasforma in una scuola "digitale": tutte le novità

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L’istituto “Falcone Righi” di Corsico ha deciso che quest’anno i proprio alunni non utilizzeranno più carta e penna, ma esclusivamente tablet e pc. Il tutto è stato pensato per ridurre al minimo le possibilità di contagio tra gli studenti.

Al via un nuovo anno tutto “digitale”

Cambierà completamente il corredo scolastico: sarà vietato portare in aula zaini, astucci e libri. Tutto ciò per evitare di far entrare nell’istituto qualunque oggetto potenzialmente veicolo di contagio, come ad esempio gli zaini appoggiati per terra sui mezzi pubblici.

In classe i ragazzi troveranno nuovi armadietti, dotati di scomparti con l’allacciamento a un caricabatterie. In ogni cassetto, ci sarà, infatti, un dispositivo con cui seguire le lezioni: un tablet o un pc portatile, già dotato delle versioni digitali dei libri di testo. Al termine della mattina, ogni allievo dovrà pulirlo con le salviette igienizzanti fornite dalla scuola e lo rimetterà in carica nell’armadio, per i compagni che lo useranno l’indomani.

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Quindi carta e penna saranno completamente al bando? Non del tutto. La scuola terrà una scorta di fogli e biro che potranno essere utilizzati in caso di necessità dagli studenti. Una volta però terminate le lezioni, dovranno fotografare il testo scritto e gettare i fogli.

Una preside “in trincea” contro il virus

L’alto livello di precauzioni del Falcone Righi deriva anche dall’esperienza personale della preside Vittoria Amantea, contagiata dal Covid ed obbligata a passare oltre 50 giorni in quarantena. «La scuola deve garantire la sicurezza sanitaria degli alunni – ha raccontato la preside in un’intervista al Corriere -, ma bisognava anche trasformare questo periodo in un’opportunità: non si sono mai visti tanti finanziamenti per le scuole come ora».

istituto falcone righi corsico

La tecnologia non verrà però esclusivamente sfruttata in ottica anti contagio. «Ai ragazzi bisogna parlare con il loro linguaggio e utilizzando gli strumenti a cui sono abituati – ha aggiunto ancora la preside Amantea -. Altrimenti rischia di ampliarsi il divario generazionale tra studenti e docenti. Non possiamo permetterci che le nostre generazioni abbiano vuoti culturali che rischiano di diventare spaventosi, dobbiamo promuovere in loro la voglia di imparare, la consapevolezza che solo attraverso la cultura si veicolano libertà e dignità».

 

 

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