Presidio Educativo: a De Angeli fra tradizione e innovazione

L’istituto “Umberto Eco” ha inaugurato il “Presidio Educativo”. La preside Infantino: «E’ un’arma in più anche per aiutare i docenti»

presidio educativo
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Alla “Umberto Eco”, che comprende la primaria di piazza Sicilia e la media Monteverdi di via Vittoria Colonna in zona De Angeli, è appena stato inaugurato il Presidio Educativo. L’obiettivo è quello di trasformare un’aula tradizionale in laboratorio polifunzionale, spiega a Mi-Tomorrow la preside Maria Giaele Infantino.

 

Presidio Educativo, intervista a Maria Giaele Infantino

Cos’è il Presidio Educativo?
«Sono spazi con arredi innovativi, con l’obiettivo di trasformare un’aula tradizionale in laboratorio polifunzionale. Ci sono tavoli con le rotelle, componibili a isole, sedie ergonomiche e attrezzature multimediali (LIM, computer, stampante laser). Sono stati allestiti grazie al finanziamento dell’associazione “Con i bambini”.

L’istituzione capofila della rete è il CIDI (Centro Iniziativa Democratica Insegnanti), guidato dal prof. Walter Moro, già ispettore al MIUR. Si punta a un modello di scuola aperto al territorio per prevenire e ridurre la dispersione scolastica, contrastare le povertà educative migliorando le condizioni sociali di minori svantaggiati e delle loro famiglie».

Una scelta in linea con la vostra visione di scuola?
«Certo, puntiamo su inclusione e accoglienza unite alla qualità. Useremo questo spazio non solo per le classi che operano al mattino, ma anche per i laboratori pomeridiani, rivolti ad alunni con bisogni speciali, nonché per realizzare eventi aperti al territorio».

Che differenza c’è rispetto alla “Scuola senza zaino”?
«Sono due progetti diversi: da noi lo zaino e i libri di testo restano ma non sono l’unica modalità di fare scuola. Si cerca di creare una scuola su misura delle esigenze degli studenti, personalizzando metodi e opportunità. ll presidio educativo è un’arma in più per aiutare i docenti ad avere gli strumenti per potersi mettere in gioco in modo diverso».

Alla primaria puntate anche sui laboratori di arte e di scienze…
«Sono laboratori storici, realizzati da commissioni di docenti interni, con il supporto anche di specialisti esterni e delle famiglie. Il laboratorio di arte punta non solo a realizzare “i lavoretti”, ma anche a far sperimentare ai bambini nuove vie di espressione della loro creatività; inoltre proponiamo laboratori di filosofia nei quali i bambini imparano a porsi domande e a vedere le cose da diversi punti di vista. Il laboratorio di scienze è mirato alla realizzazione di un orto e più in generale a sensibilizzare i ragazzi all’ecologia».

Quali sono i progetti avviati alle medie?
«Portiamo avanti progetti sulle competenze di cittadinanza digitale in collaborazione con l’Università Cattolica, sull’educazione all’affettività e alla sessualità, sul bullismo e sul cyberbullismo (attività che partono fin dalla scuola primaria). In più sosteniamo un progetto per limitare l’uso della plastica».

Quante classi a indirizzo musicale si formano ogni anno?
«L’Ufficio Scolastico Regionale ha aperto da noi una classe, con 24 posti ogni anno, divisi equamente per lo studio di chitarra, violino, flauto traverso e pianoforte. Vorremmo ampliare l’offerta, anche perché le richieste sono tante (a volte anche un’ottantina!), ma per al momento non è possibile».

E’ vero che i ragazzi partecipano alle attività del Municipio 7?
«Alcune classi della secondaria presenziano al “Consiglio Comunale dei ragazzi” del Municipio 7, dove, oltre a apprendere le forme della partecipazione democratica della città, portano istanze che riguardano la loro scuola. Ad esempio hanno partecipato alla richiesta del Consiglio d’istituto di mettere in sicurezza l’uscita della scuola Monteverdi che dà sulla strada, cosa che poi è avvenuta».

Piazza Sicilia 2, Milano
Tel. 02.88.44.14.06
icsumbertoeco.edu.it

Presidio Educativo, il progetto dell’Istituto Umberto Eco

La prima scuola dedicata allo scrittore

L’istituto diretto dalla professoressa Infantino è il primo in Italia a essere intitolato a Umberto Eco, i cui familiari hanno partecipato all’inaugurazione.

«Ci chiamiamo così da settembre 2018. L’istituto comprensivo nasce nel 2014 dalla fusione della scuola primaria “Novaro Ferrucci” e della scuola secondaria di I grado “Claudio Monteverdi”. Al mio arrivo nel 2017 ho pensato fosse giusto che due scuole dovessero riconoscersi anche in un nome unico.

Umberto Eco poteva essere un personaggio esemplare per il nostro istituto: una scuola che opera nella prospettiva di armonizzare tradizione e innovazione, inclusione e qualità, visione umanistica e rigore scientifico, scrupolosità metodologica e originalità creativa. Il tutto è partito con un sondaggio via mail che ha coinvolto le varie figure della scuola.

Sono emersi alcuni nomi e poi il Collegio Docenti e il Consiglio di Istituto hanno votato, optando a maggioranza per Eco. A quel punto abbiamo fatto una lunga trafila per ottenere il benestare dal Provveditorato, dal Comune e dal Prefetto, che all’epoca era l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese».

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