Ragusa, Educandato Statale “Emanuela Setti Carraro”: «Eravamo un collegio di fanciulle»

Educandato
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Fa un certo effetto entrare all’Educandato Statale “Emanuela Setti Carraro” dalla Chiesa. Nel cortile svetta una statua di Napoleone Bonaparte, quasi a ricordarci che la scuola è stata fondata 210 anni fa dall’imperatore francese. L’istituto, in via Passione 12, è intitolato alla moglie del generale Dalla Chiesa uccisa 36 anni fa dalla mafia: il rettore Giorgio Ragusa racconta a Mi-Tomorrow come il lontano passato e il presente recente si tengano in equilibrio in via Passione.

Come è organizzato l’Educandato?
«Sono annessi un convitto femminile e tre scuole: primaria, secondaria di primo grado e liceo. In tutto ci sono circa 850 studenti».

La scuola nasce come convitto femminile…
«E’ nato come Collegio Reale delle Fanciulle, fondato da Napoleone nel 1808, per istruire le figlie dei generali e dei funzionari. Ancora oggi ospita convittrici che provengono da tutta Italia, che vivono qui gran parte dell’anno».

E quante sono?
«Sono 65 interne, cioè quelle che stanno nell’Educandato tutto il giorno e la notte».

Com’è regolata la vita delle interne?
«A parte l’estate, Natale e Pasqua, stanno qui tutti i giorni, sveglia comune la mattina, possono uscire il pomeriggio con l’autorizzazione dei genitori, la sera devono rientrare entro le 22.00. La parte convittuale della scuola ha conservato l’impostazione tradizionale, le ragazze vivono con le educatrici che ascoltano le loro problematiche, le aiutano a crescere con l’obiettivo di aumentare il loro senso di responsabilità e di autonomia».

Avete pensato di aprire anche ai maschi?
«Abbiamo molte richieste, ma i posti a disposizione per gli interni sono coperti. In città esiste un altro convitto maschile che può soddisfare queste richieste».

Come si svolge l’attività nella parte non convittuale?
«Sono scuole statali, ma con delle peculiarità molto importanti come l’attenzione allo sviluppo globale della persona e, per il liceo, una forte vocazione internazionale».

Siete conosciuti come la scuola dei vip.
«Se guardiamo i dati statistici possiamo dire che il background è di livello medio-alto, però ricordo che siamo un istituto statale aperto a tutti: per chi è economicamente svantaggiato sono previste riduzioni delle rette e se i redditi sono molto bassi c’è l’esenzione totale».

E’ noto che qui su studi molto…
«Sì, è impegnativa dalla primaria sino al liceo: i docenti danno molto e pretendono un impegno serio. Solo così è possibile raggiungere gli altissimi risultati Invalsi che abbiamo in tutte e tre le scuole annesse».

C’è qualcuno che non ce la fa?
«Può capitare. Noi abbiamo il Liceo Classico Europeo, siamo gli unici in Lombardia, che ha 42 ore settimanali, quindi accade che qualcuno non riesca a tenere un tale ritmo e chieda un cambio di indirizzo o di scuola».

Chi esce dal liceo “Setti Carraro” cosa si trova in mano?
«Si può uscire con tre diplomi: classico, linguistico ed europeo, l’ultimo dei quali è, per certi versi, un’intersezione fra classico, linguistico e scientifico. I nostri diplomi ESABAC ed internazionale spagnolo hanno valore legale rispettivamente anche in Francia e Spagna, così come le nostre certificazioni Cambridge sono riconosciute in tutto il mondo».

Il legame con la Francia è sempre saldo?
«E’ sempre molto stretto soprattutto nei corsi ESABAC, ma facciamo scambi culturali anche gli Stati Uniti e l’Australia».

Chi esce dal “Setti Carraro” è destinato a fare carriera nell’èlite?
«Molti proseguono gli studi all’estero, altri restano in Italia. Formano un’élite dal punto di vista culturale ed intellettuale più che socio-economico».

Qual è il vostro rapporto con l’attualità?
«L’anno scorso abbiamo commemorato il 35esimo anniversario della morte di dalla Chiesa e della moglie Setti Carraro cui è dedicata la nostra istituzione e quindi abbiamo parlato di mafia e di terrorismo. Ma quasi ogni giorno ospitiamo eventi o conferenze, spesso proposte dai nostri stessi alunni, sui temi attuali perché riteniamo importante che i nostri alunni conoscano il difficile mondo che li attende al di fuori delle nostre mura protette».

Una storia scritta da Napoleone
Anche l’ex sindaco Moratti tra le allievi famose

Fu voluta da Napoleone ma, con ogni probabilità, l’imperatore dei francesi non ha mai messo piede nell’allora Collegio delle Fanciulle. L’articolo 2 del decreto che porta la sua firma recita così: «S’ insegneranno net collegio reale delle fanciulle i principj della religione e della morale, i principj dell’economia domestica, la lingua italiana e francese, gli elementi d’aritmetica, di geografia e di storia; la musica, il disegno, la danza, il ricamo; in fine, tutto ciò potrà completare un’ istruzione utile e distinta». Un impegno volto alla perfezione che sembra mantenuto dopo 210 anni, come dimostra il primo posto nella graduatoria fra i licei linguistici milanesi formulata dalla Fondazione Agnelli. Tra le allieve famose l’ex sindaco Letizia Moratti e l’architetto e designer Paola Antonelli. Info al numero 02.76.00.14.25.