Sono oltre 20mila i giovani italiani che decidono di entrare nel mondo del lavoro come colf e badanti, con un alto numero di questi concentrati come lavoratori domestici in Lombardia. Nonostante questo in Italia la disoccupazione giovanile è tra le più alte a livello europeo ed, in particolare, in alcune aree del Paese raggiunge livelli preoccupanti. Se a livello nazionale il tasso di disoccupazione è pari a 29,7%, in Sicilia il valore arriva al 48,8% ed in Calabria arriva al 47%. In queste aree anche il lavoro domestico diventa un’importante opportunità di lavoro per i giovani.
Lavoratori domestici in Lombardia: i giovani puntano a diventare colf e badanti
Il quarto rapporto annuale sul lavoro domestico, curato dall’Osservatorio DOMINA, evidenzia la crescita dei giovani (under 30) nel settore del lavoro domestico. Si tratta, secondo i dati aggiornati al 2021, di oltre 68 mila lavoratori domestici (regolari), pari al 7,1% del totale. La serie storica evidenzia come il dato sia tornato a crescere dal 2020, dopo anni in cui si registrava una continua diminuzione del peso dei giovani. Questi dati complessivi nascondono due tendenze opposte, che vengono messe in evidenza considerando separatamente i lavoratori italiani da quelli stranieri.
Lavoratori domestici in Lombardia, dati in crescita
Le serie storiche esprimono chiaramente le tendenze in corso negli ultimi dieci anni: nel 2012 i lavoratori domestici italiani “giovani” erano 14 mila, negli ultimi dieci anni il numero è cresciuto progressivamente in maniera quasi lineare, arrivando ad oltre 20 mila nel 2021 (+41%). La crescita dei giovani italiani nel mercato del lavoro domestico è inequivocabile e probabilmente rappresenta un nuovo modo per entrare nel mercato del lavoro. I lavoratori stranieri, invece, hanno registrato dal 2012 al 2019 un trend opposto, di calo costante, invertito solo negli ultimi due anni a seguito delle procedure di emersione attuate per fronteggiare la pandemia. Complessivamente, il numero di lavoratori stranieri è diminuito del 64% nel periodo 2012-2021. Il calo degli stranieri e il contemporaneo aumento degli italiani hanno avuto come conseguenza diretta l’aumento, in percentuale, della componente autoctona, passata dal 9,9% al 29,9% del totale.
Gli italiani in netto aumento tra i lavoratori domestici in Lombardia
Sono 20.467 giovani lavoratori domestici che nel 2021 avevano meno di 30 anni. Per quanto riguarda la composizione per genere e per tipologia di rapporto, le donne rappresentano l’83% del totale. Il 55,6% dei domestici italiani è inquadrato come Colf, mentre il 44,4% come Badante. Mediamente guadagnano 3.600 euro, importo medio che deriva sia dall’orario ridotto (il 56% lavora meno di 19 ore a settimana) sia dalla durata dei contratti per un lavoratore su due non supera i 6 mesi. Solo il 6% supera i 10 mila euro di retribuzione annua, del resto solo il 9% lavora almeno 35 ore a settimana. La maggior parte di questi lavoratori si trova nel Sud 46%, dove la disoccupazione giovanile è un fenomeno più radicato.
Lavoratori domestici in Lombardia, ma ci sono più giovani in Sardegna
A livello regionale, il maggior numero di lavoratori domestici di nazionalità italiana si concentra in Sardegna (3,5 mila), addirittura più che in Lombardia (2,4 mila) e Lazio (2 mila). Pur essendo una regione molto meno popolosa rispetto alle altre due, questo dato non deve sorprendere, dal momento in cui, in Sardegna, ben l’81,9% dei lavoratori domestici ha cittadinanza italiana. Situazione diversa per quel che riguarda i giovani lavoratori stranieri, che sono oltre 48 mila nel 2021. Nella maggior parte dei casi si tratta di colf (70%) e l’analisi di genere mette in evidenza la forte presenza maschile (49%). Rispetto agli italiani guadagnano di più (5.500 €), infatti il 46% lavora dalle 25 alle 29 settimane ed il 64% ha dichiarato nel 2021 almeno 6 medi di lavoro. Diversamente dagli italiani si trovano al Nord (61%), dato in linea con la maggiore presenza straniera nelle regioni del Nord d’Italia. Mentre le regioni con la maggiore incidenza sono Campania (9,4%), Calabria (9,1%) e Lombardia (8,8%).