#Milanochelegge: da La città di Smeraldo a Rivista Frute

la città di smeraldo
la città di smeraldo

Jennifer Egan, La città di Smeraldo e altri racconti, Mondadori (211 pagine, 18 euro)

Molti autori anglosassoni, spesso noti principalmente per i propri romanzi, sono spesso in realtà molto più a loro agio nella forma del racconto, o short story. Jennifer Egan, scrittrice vincitrice del Premio Pulitzer nel 2011, non è da meno: questa raccolta edita da Mondadori è in realtà la prima opera dell’autrice americana, che già qui sviluppa uno dei temi a lei più cari: l’inquietudine, qui declinata più verso il tema dell’identità, costretta e condizionata tra le pressioni sociali che ogni giorno attanagliano i personaggi protagonisti.

Francesco Erbani, Non è triste Venezia. Pietre, acque, persone, Manni (229 pagine, 15 euro)

Agli occhi del turista Venezia può sembrare tutto tranne che triste; agli occhi di un veneziano, che la Laguna la vive ogni giorno, al contrario Venezia può sembrare tutto tranne che viva. In questo reportage, Erbani spiega come la crisi che ha avvolto la città – non dal punto di vista turistico-economico, quanto più sociale e abitativo – stia andando incontro a una fine: Venezia sta arrivando a un momento giusto per cui le costrizioni della propria conformazione possono ergersi a modello di sostenibilità e di organismo urbano del futuro a tutti gli effetti.

Claudio Falco, Paolo Terracciano, Fabiana Fiengo, I Bastardi di Pizzofalcone, Sergio Bonelli Editore (139 pagine, 19 euro)

Da Bonelli si prosegue con gli adattamenti a fumetti delle opere di Maurizio De Giovanni: dopo Il Commissario Ricciardi, è il turno de I Bastardi di Pizzofalcone, incentrata sull’arresto di un gruppo di agenti di polizia del commissariato di Pizzofalcone, appunto, in seguito denominati “bastardi”. A differenza della trasposizione con protagonista Ricciardi, questa volta sono stati scelti per i personaggi le fattezze di cani, scelta peraltro completamente inedita per l’editore.

AA.VV., Rivista Frute (40 pagine, 10 euro)

Frute nasce in Friuli, dove vuol dire ragazza, con un’aspirazione a metà tra la fanzine e la rivista: affronta i temi del femminismo intersezionale, dell’inclusione e della prevenzione da ogni tipo di discriminazione, il ruolo femminile nella società e l’accettazione ciò, l’attivismo e l’aggregazione territoriale: il tutto attraverso una serie di articoli a firma completamente femminile, diversi per ogni numero accompagnati da reportage fotografici, con una grafica accattivante, curata e dai colori tenui.

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