Alessandro A. E. Anzani, un imprenditore milanese a New York: «Vivo tra competizione e reputazione»

alessandro a. e. anzani
alessandro a. e. anzani

Come Milano, un creativo che si dà da fare. Un ragazzo fortunato, «non mi è mai mancato nulla». Un Bocconiano e capitano d’impresa: Alessandro A. E. Anzani è un imprenditore milanese a New York. Con la sua Smartup Capital gestisce fondi di venture capital e la presenterà al Consolato degli Stati Uniti a Milano proprio domani.

La storia di Alessandro è legata a doppio filo a quella della sua famiglia. Il suo omonimo bisnonno nel 1907 è stato l’inventore del motore radiale, facendo la storia dell’ingegneria. I diari di suo nonno, Luogotenente Generale delle Colonie Italiane in Africa, hanno ispirato il film Bengasi. Il padre è un manager conosciuto. E lui? «Non mi sono mai fermato: il privilegio porta responsabilità».

Laureato in Economia alla Bocconi, Master in Real Estate alla SDA Bocconi: la Milano di Alessandro non è certo quella delle periferie. E ha, se vogliamo, più di un occhio privilegiato: «Non era bella come la città che trovo oggi quando torno – dice –, ma si ritaglia un ruolo enorme nel mio cuore».

È in questo ambiente che vive la sua prima venture, a 18 anni, grazie a un ispirato co-founder: «Abbiamo raggiunto 28 milioni di fatturato in quattro anni, tramite una copertura del mercato che mi vedeva correre in sella alla mia Cagiva per tutta Italia, completo e cravatta sotto il casco, a 19 anni». Poi la seconda. A 26 anni è asset & investment manager di una real estate private equity firm che raccoglie alcune delle famiglie più importanti d’Italia. Lavora in Brasile e Romania, Francia e Inghilterra, Olanda e Finlandia.

Sei delle otto società che ha fondato sono di base nella Grande Mela. Una città di cui si è innamorato «da ragazzino, rincorrendo concerti rock’n’roll, mia grande passione dopo il venture capital». Una realtà «stimolante, a competizione assoluta, turnover altissimo, e reputazione indispensabile». Appena trasferito, parte con investimenti sulla sua Smartup Capital, un family office brasiliano è il primo a credere in lui. «Sembra un percorso lunghissimo, ma per questi nove anni ho respirato un progetto, lo stesso: lanciare un fondo che costruisca un ponte di capitali e tecnologie fra la mia Europa e la mia New York».

Un sogno che ha saputo costruire. Quando si parla di acceleratori, startup e venture capital la sensazione è quella di avere a che fare con qualcosa di astratto. Ma quando Alessandro ne parla, la sua passione lega numeri, statistiche e concetti: «Il venture capital è la classe di investimento a rendimento più alto, ma è anche quella che stabilisce la direzione etica, sociale, economica e politica dello sviluppo umano». In Smartup Capital, prosegue, «crediamo che sharing economy, sostenibilità e decentralizzazione siano le tendenze che guideranno il successo dei prossimi dieci anni».

Smartup Capital sta lanciando ora il quarto fondo, in Lussemburgo. Grossa parte del team è in Italia. E la sede centrale è New York perché «è un epicentro culturale e tecnologico di cui si deve essere protagonisti». Ma a Milano ci tornerebbe a vivere? «Non so se vivrò più in un posto solo: l’opportunità è cavalcare gli spread, che si spostano». Ama New York, ma «sono sempre più orgoglioso di Milano, non perderò mai il contatto».

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Onu
Alessandro è intervenuto a due sessioni della 72ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, parlando di macroeconomia e sviluppo sostenibile.

4
Sono le lingue che Alessandro, insegnante di venture capital all’acceleratore dell’università Cornell Tech – dove ha conseguito un MBA -, parla correntemente. Oltre all’italiano, inglese, portoghese e spagnolo. Skills che usa quotidianamente per relazionarsi con il suo team internazionale: «Quanto mi rende orgoglioso: sono professionisti tra i migliori che abbia conosciuto».

2012
L’anno in cui viene lanciata Smartup Capital, società di venture capital di base a New York.


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