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29. 03. 2024 13:45

Il nuovo Conservatorio di Milano è realtà: ecco il progetto vincitore

La struttura sorgerà nel quartiere di Rogoredo nel bosco famoso per lo spaccio di droga

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Finalmente il nuovo conservatorio di Milano «Giuseppe Verdi» ha un volto: lo studio di architettura Settanta7, infatti, si è aggiudicato il concorso internazionale per la progettazione della nuova sede della scuola di musica, che verrà realizzata nel quartiere di Rogoredo. Denominato «Il Bosco della Musica», è stato pensato come un campus aperto e sostenibile. 

Ecco come sarà il nuovo Conservatorio di Milano

Nel dettaglio, la costruzione del nuovo Conservatorio della musica «Giuseppe Verdi» di Milano prevede la conservazione della forma, dei prospetti esterni e delle volumetrie della palazzina “Ex-Chimici”, memoria dell’archeologia industriale della dismessa acciaieria Redaelli.

Nuovo Conservatorio della Musica Giuseppe Verdi di Milano
Nuovo Conservatorio della Musica Giuseppe Verdi di Milano

Addio al bosco della droga, benvenuto bosco della musica

Questa nuova struttura servirà anche per riqualificare una zona decisamente periferica della città e conosciuta più per le cose negative che altro. Il «Bosco della musica», infatti, sorgerà lì dove oggi c’è il «Bosco della droga», il luogo di spaccio per eccellenza di questa zona della città. E sarà forse anche per questo che il progetto, che ha superato altri 30 in gara, è risultato alla fine il vincitore. L’annuncio è stato dato nella sede del Conservatorio dai ministri Annamaria Bernini e dal vicepremier Matteo Salvini, collegati da remoto, e poi dal presidente della Regione, Attilio Fontana, dall’assessore comunale Giancarlo Tancredi e dal provveditore Fabio Riva. «Vogliamo essere un’istituzione in uscita. Le istituzioni o si rigenerano o muoiono. I conservatori sono nati come ascensore sociale. È il nostro Dna. Lavoreremo con la comunità di Rogoredo per diventarne parte» le parole del presidente del Conservatorio Raffaello Vignali. 

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Il programma dei lavori

Ora bisognerà assegnare i lavori alla ditta costruttrice e questo dovrà avvenire entro la metà di dicembre 2023, ma prima serve la cessione dal Comune, cosa che, ha precisato Tancredi, arriverà nei prossimi di mesi. L’idea di base dei quattro architetti a capo della struttura, capitanati da Elena Rionda, è che sorga un campus composto da quattro padiglioni autonomi energicamente grazie alle energie rinnovabili, con prati fioriti sui tetti. La palazzina Ex chimici non scomparirà e sarà la sede di due scuole di musica del Verdi dedicate a jazz e pop/ rock e alla musica elettronica. 

Nuovo Conservatorio della Musica Giuseppe Verdi di Milano
Nuovo Conservatorio della Musica Giuseppe Verdi di Milano

I numeri del nuovo Conservatorio della musica «Giuseppe Verdi» di Milano

I numeri del nuovo Conservatorio della musica «Giuseppe Verdi» di Milano: un auditorium da 400 posti, una residenza universitaria da 195 stanze, 46 milioni di euro provenienti da ministeri e Regione Lombardia e, nelle previsioni, un numero di oltre duemila iscritti ai corsi, cosa che rendeva la tradizionale sede in pieno centro città ormai troppo piccola. 

I perché della scelta di Rogoredo

La scelta di entrare nell’area di intervento di Santa Giulia, con una nuova sede a Rogoredo, è stata dettata anche dalla vicinanza di grandi infrastrutture territoriali come l’Aeroporto di Linate, i Mercati Generali, l’Ex Macello e le aree industriali di Via Mecenate. Oltretutto l’area di concorso gode di un ottima accessibilità data la prossimità al sistema tangenziale autostradale, ferroviario e metropolitano. «Il Campus sarà uno dei più grandi progetti di riqualificazione in corso a Milano in cui si applicherà un’ampia rigenerazione urbana attraverso l’educazione e la cultura» si legge nelle pagine del progetto. L’intervento prevede la realizzazione, all’interno dell’area verde pubblica, di una struttura polifunzionale dotata di aule, laboratori, un auditorium, residenze per studenti, aree di ristoro e la riqualificazione per la Palazzina ‘‘Ex Chimici’’ nonché ex acciaierie Radaelli, attualmente in stato di abbandono. Quest’ultima andrà mantenuta e ripensata, conservando la forma, le volumetrie e i prospetti esterni, in memoria dell’archeologia industriale del sito.

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