I numeri parlano chiaro: negli ultimi sei mesi a Milano ci sono stati più scioperi dell’Atm che nuove fermate inaugurate. Il dato in un altro periodo potrebbe essere anche normale visto che le linee non si allungano certo tutti i giorni ma neanche la tanto attesa (ripetutamente posticipata) apertura della M4 ha permesso di ribaltare la situazione. E se possibile andrà anche peggio col passare delle settimane in questo 2023…
Atm, la nuova M4
Come ricordiamo tutti a fine novembre è stata inaugurata in pompa magna la nuova linea M4, che dall’aeroporto di Linate porta (o meglio, porterà) in centro a Milano. Per ora sono 6 (tenete a mente questo numero) le fermate aperte che collegano lo scalo urbano a Dateo. Per arrivare in San Babila bisognerà aspettare almeno ancora fino a giugno.
Atm, scioperi
Bene, da ottobre a oggi sono già stati altrettanti gli scioperi delle varie sigle sindagali che hanno portato a disagi su metropolitane e mezzi di superficie. In pratica più di una volta al mese i lavoratori della società che gestisce il servizio di trasporto pubblico incrociano le braccia. Come se non bastasse il 13 gennaio scorso si è aggiunta un’agitazione di Movibus e Stie mentre l’8 marzo già sappiamo che è in programma lo sciopero generale di tutti i lavoratori.
Atm, il futuro
Le due nuove fermate della M4 che apriranno quest’estate non compenseranno quindi per quanto riguarda questo calcolo i nuovi scioperi che sicuramente non mancheranno. Nel solo 2022 sono stati addirittura 14 solo quelli del personale del Gruppo ATM, quasi il doppio del 2021, quando erano stati “solo” 9. Le proteste saranno anche legittimate dalla situazione in essere ma a farne le spese sono gli utenti anche perchè in occasione dell’ultima agitazione M1, M2 e M3 sono state chiuse. Con le nuove fermate della M4 beffardamente aperte.
Atm, le proteste
I problemi per chi usa i mezzi non sono finiti qui. Il rincaro dei biglietti Atm, passati ormai definitivamente da 2 a 2,20 euro per bus, tram e metrò a Milano, come prevedibile sta scatenando grandi proteste. Gli ultimi in ordine di tempo a farsi sentire sono stati “Non una di meno” e “Frydays For Future” che hanno messo in piedi una vera e propria manifestazione congiunta, che si preannuncia solo l’inizio di un periodo molto caldo. Il 3 marzo si tornerà in piazza per il clima e la giustizia climatica mentre l’8 per diritti e desideri.
