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19. 04. 2024 12:27

L’ecotassa sull’auto è un pasticcio: che macchina compreremo?

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In tempi da record il Senato è chiamato a riscrivere la manovra economica per il 2019, a cominciare dalla contestata ecotassa sulle auto. La distanza tra Lega e Movimento Cinque Stelle su questa misura rimane tutta: da una parte Matteo Salvini che nega nuove imposte, dall’altra Luigi Di Maio che promette correzioni.

Un primo passo, ad ogni modo, ci sarà, visto che proprio domani Di Maio incontrerà i costruttori per trovare una quadratura. Ma, intanto, se l’ecotassa appena approvata alla Camera fosse stata applicata già a novembre, avrebbe riguardato, secondo l’Unione petrolifera, l’85% delle auto vendute in Italia il mese scorso con un inevitabile aumento dei prezzi.

LE STIME • L’allarme c’è tutto, sia da parte delle associazioni di costruttori e petrolieri così come da parte dei consumatori. Secondo uno studio di Mediobanca, la nuova tassa potrebbe far crescere i prezzi dei modelli Fca (Fiat, Alfa, Lancia) del 2-6% e nel complesso il nuovo sistema di tasse ed incentivi basato sui livelli di CO2 avrebbe l’effetto di rallentare l’andamento delle vendite in Italia. L’impatto non si limiterebbe infatti solo a suv e auto di grande cilindrata ma si estenderebbe anche alle utilitarie e alle city car, italiane e straniere.

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GLI ESEMPI • Il modello TwinAir Turbo S&S 4×4 (130 g/km di Co2) della Fiat Panda, attualmente in listino a 16.890 euro, aumenterebbe di 400 euro. Il modello Panda 1.2 Pop, il più popolare in listino a 11.390 euro, aumenterebbe di 300 euro. Il prezzo della 500X aumenterebbe di 150 euro nella versione diesel con motore 1.3 MultiJet e di ben 1.000 euro nella versione benzina con motore 1.6. Per quanto riguarda Volkswagen, la Golf GTI sarebbe sottoposta ad una tassa di 500 euro. Stesso discorso per Nissan Micra e Renault Clio.

BONUS • Se da una parte si tasseranno i veicoli diesel e benzina, dall’altra l’obiettivo del Governo (stando al testo della Legge di Bilancio 2019 licenziato dalla Camera) è quello di favorire l’acquisto di mezzi elettrici e a metano con bonus fino a 6.000 euro al momento dell’acquisto. Il testo stabilisce in due tabelle distinte a quali livelli di emissione si otterrebbero gli incentivi e a quali sarebbe invece imposta la tassa, con l’obiettivo di favorire le auto green, ma senza chiarire, ad esempio, il trattamento delle auto ibride.

Montando un motore anche a benzina, molti modelli raggiungono infatti con la combustione emissioni più alte di altre vetture “inquinanti” diesel o benzina, tanto da rischiare quindi di pagare addirittura tasse più alte. E, come segnala Utilitalia, senza incentivi ad hoc per una rete di colonnine di ricarica, l’obiettivo di diffondere l’eco-mobilità rischia di fare flop.

«Principio giusto, ma migliorabile»

«E’ corretto ipotizzare un meccanismo di bonus/malus sulla mobilità privata. Tuttavia, il provvedimento licenziato dalla Camera è migliorabile. L’impostazione del testo, infatti, assomiglia al vecchio sistema applicato in Francia, tra i più blandi a livello europeo. Incentivare l’elettrico e disincentivare l’acquisto di mezzi benzina e diesel è un principio inevitabile: basta pensare che nel 2025 a Milano non potranno più circolare auto a gasolio. Dobbiamo, quindi, pensare al pensionato che viaggia ancora con un Euro 0 o al pendolare della Pianura Padana che circola con un Diesel Euro 3, prevedendo un bonus rottamazione. Ad ottobre avevamo proposto un voucher di 1.000 euro non legato all’acquisto di nuovi veicoli. Con quell’importo, spendibile in due anni, si favorirebbero abbonamenti annuali ai mezzi pubblici e tutti gli spostamenti con la sharing mobility, senza contare che il cittadino si troverebbe azzerati i costi di assicurazione e, ovviamente, carburante».

Andrea Poggio

Fondazione Legambiente Onlus

«Così si distorce il mercato»

«Salvini ha ribadito ancora una volta che non ci saranno tasse sulle auto, anche l’altro vicepremier Di Maio sembra su questa posizione, ma altri esponenti del Movimento Cinque Stelle sembrano lasciare aperta questa possibilità. Ad ogni modo, l’ipotesi di tassare le auto è sbagliata: danneggerebbe un settore industriale molto importante per la nostra economia come quello automobilistico. Non sono d’accordo neppure riguardo alle politiche degli incentivi perché distorcono il mercato: sono sempre stato per il libero mercato, per la libera concorrenza e considero negativo qualsiasi tipo d’intervento. L’esperienza ci insegna che quando gli incentivi finiscono si crea una situazione di depressione. Se l’obiettivo sono le auto elettriche bisogna capire in che modo si vuole promuoverle, giusto per fare un esempio faccio notare che le batterie si fanno in Cina. Sono a favore di misure che contrastino l’inquinamento, ma devono essere raccordate all’interno di un progetto chiaro e, al momento, le informazioni di cui disponiamo mi lasciano assolutamente perplesso».

Paolo Romani

Forza Italia

L’incrocio con gli incentivi milanesi

Con l’avvio di Area B, il Comune favorisce le rottamazioni

Il Comune di Milano è già corso in aiuto delle imprese in vista dell’attivazione di Area B, la nuova zona a traffico limitato che entrerà in vigore il 25 febbraio 2019 per vietare l’accesso in città alle auto più inquinanti. Fino al 31 dicembre 2019, c’è un bando di Palazzo Marino destinato alle imprese che vogliono chiedere un contributo per l’acquisto di un veicolo nuovo ad alimentazione elettrica, ibrida, metano, benzina/metano, GPL, benzina GPL, benzina Euro 6.

L’avviso pubblico mette a disposizione un valore complessivo di oltre 5,2 milioni di euro di incentivi, che potranno essere richiesti dalle micro, piccole e medie imprese e dalle imprese artigiane con sede legale o unità locale a Milano e/o di licenza per l’esercizio dell’attività di vendita su aree pubbliche rilasciata dal Comune di Milano. Potranno beneficiare del bonus le aziende proprietarie di un autoveicolo N1 e N2 (di massa inferiore o uguale a 7,5 tonnellate). Il sostegno dovrà essere utilizzato per la rottamazione o in alternativa l’esportazione del veicolo, appartenente ad una delle categorie ambientali di seguito indicate, fuori dal territorio dell’Unione Europea.

LE AVVERTENZE • Le auto da sostituire per le quali si potrà chiedere il contributo in conto capitale, in numero massimo di due richieste per ciascuna impresa, vanno dai diesel classe pre-Euro ed Euro 0 fino agli Euro 4; l’autoveicolo acquistato dovrà essere necessariamente intestato alla medesima impresa che richiede il contributo e la proprietà dovrà essere mantenuta almeno per anni cinque dall’acquisto.

I contributi previsti dal bando non saranno cumulabili per lo stesso investimento con altri contributi erogati da altri soggetti pubblici e la valutazione della domanda sarà “a sportello” secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande stesse. saranno considerati ammissibili gli investimenti i cui ordinativi siano stati effettuati dalla data di pubblicazione del bando fino al 31 dicembre 2019 o fino all’esaurimento dei fondi. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito comune.milano.it. PC


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