Tre milioni di alberi entro il 2030: obiettivo realistico? La parola ai milanesi

Pochi giorni fa il sindaco Sala, alla presenza del premier Giuseppe Conte, ha annunciato la nascita del fondo ForestaMi. Un progetto ambizioso, che prevede per il 2030 la piantumazione di ben 3 milioni di alberi.

 

Sebbene il fondo sia stato appena presentato, ForestaMi ha radici ben più antiche. Da tempo il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano sta mettendo sotto la lente d’ingrandimento l’intera area metropolitana per studiare i luoghi e gli impatti a livello ambientale delle future aree verdi: il comitato scientifico è guidato dall’architetto Stefano Boeri, la “mente” del Bosco Verticale pluripremiato in tutto il mondo.

Nella nuova concezione di forestazione urbana gli alberi non andranno solo ad interessare i viali e le coorti, ma s’insedieranno tra gli stessi palazzi e sui loro tetti interessando trasversalmente i 113 Comuni che compongono l’area metropolitana milanese.

Alcune settimane avevamo parlato del monito lanciato da una ricerca Domus Ipsi che vedeva Milano ancora tra le città più inquinate d’Europa. Certamente l’approvazione del nuovo Pgt sta portando Palazzo Marino a muoversi verso un orizzonte sempre più green, ma sorge spontaneo chiedersi se le azioni previste avranno un reale impatto sul miglioramento delle condizioni ambientali.

Alcuni studi hanno dimostrato quanto gli alberi siano importanti per la capacità di assorbimento della CO2, ma su un’area metropolitana ampia oltre 1.600 chilometri quadrati e con una popolazione di quasi 3,2 milioni di abitanti è lecito pensare che gli interventi di piantumazione previsti possano comunque essere insufficienti.

Un impegno su più livelli è fondamentale per portare a compimento un progetto così ambizioso. Le piantumazioni costituiscono un investimento importante ed oneroso per le casse di qualsiasi Comune: un albero non va semplicemente piantato, ma richiede negli anni successivi una manutenzione costante.

Per questo motivo ForestaMi si occuperà di raccogliere contributi di aziende e cittadini che vogliano partecipare al piano di forestazione urbana. Per il momento le prime grandi adesioni sono state quelle di Enel e Snam. L’unione fa la forza, ma chi avrà la meglio nell’eterni scontro tra il green della sostenibilità e il black dello smog?

IL NUMERO

3.000.000

l’obiettivo di nuovi alberi da piantare a Milano e nell’area metropolitana entro il 2030

MARAN
«Un’alleanza tra Comune, aziende
e privati per la foresta di Milano»

Assessore, come considera a posteriori l’iniziativa “Alberi in quartiere”?
«Un modo per dare maggiore visibilità a questo nuovo progetto di piantumazioni».

I numeri sul tavolo sono importanti.
«Il progetto porterà ad avere 100mila nuove piantumazioni per il 2020 ed entro marzo dovremmo toccarne già quota 20mila. Se pensa che fino a tre anni fa i nuovi alberi erano appena 9mila, il balzo in avanti è stato importante».

Insomma una Milano sempre più verde.
«Ovviamente. Stiamo già raggiungendo l’importante traguardo di avere due alberi per ogni nuovo nato».

Come è stata recepita dai quartieri questa iniziativa?
«Parliamo sempre di numeri e dati. L’iniziativa serviva proprio per dare fisicità alle varie tabelle. Penso che opere come la piantumazione avvenuta in piazza Sant’Agostino siano la miglior risposta».

Il progetto ForestaMi porterà davvero ad incidere sulla qualità dell’aria?
«Purtroppo nessuno di noi ha la bacchetta magica. Per invertire la rotta sulla questione inquinamento il cammino da seguire è ancora lungo. C’è bisogno di più interventi coordinati tra loro».

In che senso?
«È un po’ quello che stiamo facendo a Milano e che continueremo a fare con le iniziative indicate già nel Piano Generale del Territorio. Mi riferisco non solo alle nuove piantumazioni, ma anche all’elettrificazione dei trasporti pubblici e alle limitazioni al traffico per i veicoli inquinanti nell’area B».

Si parla di 3 milioni di nuovi alberi per il 2030.
«Secondo le stime si arriverà a questa cifra: 3 milioni di alberi che andranno ad aggiungersi ad altri 5 milioni di alberi già presenti in tutta l’area metropolitana».

Non crede sia un po’ utopico?
«Più che utopico, è ambizioso. Io resto comunque fiducioso. Con le nuove piantumazioni non abbiamo piantato semplicemente degli alberi, ma stiamo cercando di cambiare completamente le modalità di gestione del verde».

Ci fa un esempio?
«Pensi alle piantumazioni nei giardini delle case popolari. Non sono solo un mezzo per rivitalizzare questi spazi, ma anche la gestione e la manutenzione del tempo saranno frutto della collaborazione tra il Comune e gli abitanti».

La sfida più grande sarà proprio mantenere il territorio a lungo termine.
«Per questo, come le dicevo, è importante cambiare le modalità di gestione e coinvolgere istituzioni, privati e anche aziende all’interno del progetto».

Non è un progetto sia troppo oneroso per le casse del Comune?
«La prassi della buona gestione della cosa pubblica ci insegna che gli elargimenti di denaro a pioggia servono a poco. Per questo l’esborso del Comune sarà ridotto e si punterà su una delle cose migliori che ci possa essere: una buona alleanza tra privati, aziende e cittadini».

Ci sono già state delle adesioni?
«Il sindaco Sala ha già annunciato la formazione del fondo ForestaMi e sono iniziate ad arrivare già le prime adesioni».

Quali sono?
«I primi partner saranno Enel e Snam, attraverso la controllata Tep Energy Solution e Fondazione Snam».

Pensa che ForestaMi potrà essere un esempio per le altre città italiane?
«Io partirei dal fatto che nella nuova finanziaria sono stati conteggiati 30 milioni di euro da destinare alla sostenibilità ambientale. Questo è certamente un buon punto di partenza per l’Italia in generale».

E in primis per il modello Milano…
«Noi per primi abbiamo preso ispirazione da grandi metropoli nostre partner come Parigi e New York. È certamente il loro l’esempio da seguire. E poi anche altre città italiane stanno iniziando a sposare iniziative del genere. In Lombardia mi vengono in mente Monza e Brescia».

VOX POPULI 

Matteo Bosco
Matteo Bosco

«Un approccio green»
Matteo Bosco
36 anni, libero professionista
«Le nuove piantumazioni non possono altro che far bene alla città di Milano. Con questo approccio green ci si sta muovendo nella giusta direzione. Ben venga la creazione di nuove aree verdi, purché sia effettuata in luoghi mirati che non creino limiti e nuovi disagi per il traffico. L’iniziativa contribuirà al miglioramento dell’aria, ma comunque siamo messi meglio di molte altre città».

 

 

Sergio Massari
Sergio Massari

«Bisogna pur partire»
Sergio Massari
53 anni, addetto Atm
«Ho sentito dell’iniziativa relativa alle nuove piantumazioni. Devo dire che mi trovo assolutamente d’accordo e reputo che ci siano tutte le migliori intenzioni nella scelta di piantare nuovi alberi. Se credo che migliorerà la qualità dell’aria con questo intervento? Sinceramente non credo proprio, però da qualcosa bisognerà pur partire. Vedremo se raggiungeranno l’obiettivo».

 

Cristina Gabetti
Cristina Gabetti

«L’albero è vita»
Cristina Gabetti
56 anni, giornalista
«Che dire della nuova iniziativa del comune di Milano? Ben venga! La presenza di più alberi nei parchi e nella città rappresenta naturalmente un fattore positivo. E poi miglioreranno la qualità dell’aria. Non è un mio pensiero: la logica e la scienza ci portano a questa conclusione. Intorno agli alberi si raccoglie la vita, ciò comporta anche un maggiore impatto a livello sociale».

 

Paolo Martinoni
Paolo Martinoni

«In tutte le città»
Paolo Martinoni
70 anni, velista
«Un’iniziativa come quella delle piantumazioni non andrebbe fatta solo a Milano, ma in tutte le città. Aumentare il numero dell’aree verdi significa in primo luogo garantire una migliore qualità della vita. Non so se da qui al 2030 verranno effettivamente piantati 3 milioni di alberi. La data è temporalmente troppo in là e a volte è difficile fidarsi di una classe politica interessata a guardare solo il presente».

 

Francesco Fidone
Francesco Fidone

«Funzione eco-sociologica»
Francesco Fidone
20 anni, barista
«Reputo positivamente l’iniziativa del Comune di Milano di piantare nuovi alberi soprattutto in ottica ecologica. E poi la funzione delle nuove piantumazioni è duplice. Da un lato alleggerisce l’inquinamento prodotto dalle tante aziende delle città donando aria più pulita, dall’altro ha un effetto sociologico con i parchi che si trasformano in luoghi dove stabilire nuove relazioni».

 

Ludovica Pazienza
Ludovica Pazienza

«Verdi e sereni»
Ludovica Pazienza
20 anni, barista
«L’iniziativa di piantare nuovi alberi intrapresa da Palazzo Marino è molto più che una bella trovata. Più aree verdi e parchi contribuiranno al miglioramento della qualità dell’aria, ma anche della qualità della vita. Le zone verdi sono spesso il luogo ideale per incontrarsi e fare nuove conoscenze, ma anche semplicemente per trovare un attimo di serenità nel frastuono quotidiano».

 

Alessandro Signorelli
Alessandro Signorelli

«Attenzione alla gestione»
Alessandro Signorelli
31 anni, assicuratore agricolo
«L’installazione di nuovi alberi da parte del Comune va vista certamente sotto un’ottica positiva. Ben venga l’implementazione delle aree verdi. Da laureato in agraria, però, dico che bisogna prestare molta attenzione alla gestione degli alberi. Un conto è la piantumazione, un altro è invece la manutenzione delle piante che costituisce la parte più onerosa dell’opera. Dev’essere fatto tutto con criterio».

 

Giovanni Cairo
Giovanni Cairo

«Un ottimo investimento»
Giovanni Cairo
30 anni, storico
«Nuovi alberi e nuove aree verdi sono sempre un ottimo investimento. Gli effetti positivi ricadono sia sulla qualità dell’aria che sulla qualità della vita. E avere nuove aree verdi significa anche rivalorizzare il paesaggio storico del nostro Paese. C’è anche un aspetto economico: i palazzi intorno ad alcune aree specifiche accrescono di valore e si evita, così, di lasciar mano libera ai palazzinari».


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