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26. 04. 2024 13:25

Milano-Cortina 2026: evitare la figura dei cioccolatai

Troppi errori commessi e poco tempo, come evitare la figuraccia?

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Si avvicinano sempre più le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e l’impressione che si percepisce è che la città, lo stato italiano e il comitato organizzatore non siano ancora pronti. Certo, mancano quasi tre anni e quindi di tempo potrebbe anche essercene a sufficienza; a far riflettere, però, sono le dichiarazioni recenti di Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti nonché vicepresidente del Consiglio nell’attuale Governo presieduto dal Premier Giorgia Meloni, il quale sembra giocare al «troviamo la soluzione migliore che tanto va bene». No, non funziona proprio così.

Milano-Cortina 2026, primo dubbio: lo stadio Giuseppe Meazza 

Il primo dubbio che ci sovviene è quello relativo al futuro dello stadio Giuseppe Meazza nel quartiere di San Siro. Qui è in atto un lungo tira e molla tra il Comune di Milano, presieduto dal sindaco Beppe Sala, e gli attuali attori che utilizzano l’impianto, vale a dire Milan e Inter. Tra chi vuole demolirlo, chi vorrebbe tenerlo su, chi pensa e medita di andarsene (le due società), chi vuole blindarlo con un bel vincolo architettonico da parte dei Beni Culturali… insomma, c’è un po’ di tutto. Quello che appare chiaro è che, ad oggi, di chiaro non c’è nulla. E questo traspare anche dalle parole del ministro Matteo Salvini, il quale si esprime così a riguardo: «Conto che l’inaugurazione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 si faccia al Meazza, è giusto così. Conto che finisca il dibattito anche troppo lungo sui nuovi stadi per Milano e si parta con i lavori, a Milano, a Sesto San Giovanni, ovunque. Serve uno stadio moderno, sicuro, green, in contatto con la città. Io spero che il Comune di Milano non dica più no al progetto di riqualificazione del quartiere San Siro». Dunque l’idea di Salvini appare chiara: riqualificare il quartiere e lo stesso impianto. Ma se il Governo ha questa idea, perché non imporla dall’alto?

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Milano-Cortina 2026, secondo dubbio: dove ospitare il pattinaggio

Il secondo dubbio è quello relativo alle gare di pattinaggio su pista ovale. Il caos è nato dopo che, qualche giorno fa, è tramontata definitivamente il sogno olimpico per Baselga di Pinè, in Trentino. L’impianto non va bene, non è a norma a livello olimpico. A riguardo il presidente del Coni, Giovanni Malagò, aveva ammesso: «Valutiamo le alternative. – le sue parole – Io ho difeso il masterplan originario, ma arriva un momento in cui non si può difendere l’indifendibile». In cambio di questa rinuncia la comunità alpina di Baselga di Pinè potrà contare sullo stanziamento della Provincia di Trento per la riqualificazione dello stadio del ghiaccio in vista delle olimpiadi Milano-Cortina 2026, pari a 50,5 milioni di euro, che verranno impiegate per il ripristino delle strutture per le discipline sportive invernali e per il rilancio turistico ed economico del territorio. Ma quando si è presentato il piano al CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, non si era portato con dentro Baselga di Piné? Cambiare in corsa, a tre anni dalle gare, non ci espone alla più classica delle figure da cioccolatai? (E sono uscite voci anche su un coinvolgimento di Rho). Per non parlare, poi, della presa di posizione di Matteo Salvini: «Ne parlavo con Fontana. Se in Lombardia, Veneto, Trentino hanno la disponibilità e i soldi per il pattinaggio bene, altrimenti c’è sempre la disponibilità di Torino e del Piemonte». Come dire: abbiamo sbagliato (ed eccola di nuovo, la figura da cioccolatai), tanto vale virare su chi le olimpiadi le ha già ospitate: ma quindi come si chiameranno questi giochi olimpico, Milano-Cortina-Piemonte 2026?

Milano-Cortina 2026, terzo dubbio: il tempo perso 

Certamente è chiaro,  una struttura con canoni olimpici costa decine e decine di milioni di euro; ed in questo momento storico un investimento del genere è assolutamente da evitare. Ma il problema è a monte, di chi ha deciso per Baselga di Piné. E ora sorgono dubbi anche sulle tempistiche: riuscirà l’italia ad arrivare preparata a Milano-Cortina 2026 o, come accadde per Expo 2015, ci portiamo dietro cantieri (alcuni sono ancora aperti ad oggi, a otto anni di distanza)? «Sono fiducioso e penso che recupereremo il tempo perso. Non mi interessa fare polemiche però sulle Olimpiadi si sono persi due anni» ha tagliato corto Matteo Salvini. Io immagino, però, che la «figura dei cioccolatai» non la voglia fare nessuno, men che meno un governo eletto democraticamente dal popolo, dopo tanti anni che questo non accadeva. Per non parlare della proposta dello stesso Salvini di coinvolgere Verona e l’Arena per le Paralimpiadi: ma perché volersi così male, perché dover cambiare continuamente e non dare l’immagine di serietà che un paese come l’Italia meriterebbe?

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