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29. 03. 2024 02:52

Incinta in carcere: a San Vittore non c’è il ginecologo, parte la polemica

L'assurda storia della struttura milanese

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Essere incinta in carcere, ancora oggi, rappresenta uno scoglio insormontabile per molte donne, visto che in alcune case di reclusione non è presente nemmeno il ginecologo. È quanto accade al carcere di San Vittore di Milano, dove una donna al quinto mese di gravidanza, che attende due gemelli, si trova senza un medico che ne possa seguire lo sviluppo della stessa. Con il conseguente rischio di possibili problemi a lei e ai futuri nascituri.

Incinta in carcere senza un ginecologo, il caso del San Vittore di Milano 

Nella stessa struttura milanese ci sono altre 90 donne recluse e nessuno specialista. Tanto che, lo scorso anno, nel mese di luglio, un’altra detenuta in stato di gravidanza ebbe un malore e fu portata in ambulanza in ospedale ma perse il suo bambino: «Milano rappresenta un’anomalia in Italia, e continua a prevedere l’invio in carcere per donne in gravidanza, mettendo a rischio la loro salute e quella del bambino, proprio perché le strutture non sono adeguate per questo tipo di presa in carico – dice Valeria Verdolini, presidente della sede lombarda di Antigone, che ha sollevato il caso – il 30 maggio scorso è infatti entrata in vigore un’ordinanza della Procura di Milano secondo la quale è diventato obbligatorio l’ingresso in carcere per le donne incinta o con un bambino di un anno di età e per le quali è stato previsto un ordine di esecuzione di arresto». 

san vittore

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Incinta in carcere al San Vittore, l’ordinanza che ha fatto discutere 

Una decisione che ha sollevato diverse polemiche anche della Camera Penale, poiché la Procura aveva revocato una circolare del 2016 dove si raccomandava di non eseguire questa tipologia di ordini di arresto: «La detenuta ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare presso l’Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri) – spiega Antigone – ma la struttura a custodia attenuata non prevede una copertura sanitaria h24, e quindi si è proceduto alla collocazione presso la casa circondariale milanese, dove tuttavia, non è presente un ginecologo. Eppure un ginecologo dovrebbe esserci d’organico a San Vittore, soprattutto perché vi sono rinchiuse 90 donne. C’è disponibilità ma solo su appuntamento. E se sopraggiunge un’emergenza? Oggi le forze dell’ordine sono obbligate, in presenza di un ordine di esecuzione, ad accompagnare queste persone in carcere in attesa che il magistrato di sorveglianza prenda atto delle condizioni che ne impediscono la permanenza». 

Incinta in carcere, la salute delle donne dovrebbe essere preservata

L’associazione auspica che si faccia prevalere la salute delle donne e dei bambini e che sia possibile applicare la sospensiva sia per chi è in attesa di giudizio che per chi è in definitiva: la durata della pena cioè non viene toccata ma solo rimandata per tutelare la madre e il figlio.

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