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29. 03. 2024 15:21

Rogoredo, i ragazzi dello zoo di Milano

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A Rogoredo si vedono ragazzi di quindici anni sdraiati ai bordi del bosco, con i lividi sulle braccia e la siringa stretta nel pugno. Adolescenti poco più che bambine, che si prostituiscono per una dose, restano incinte e sono costrette ad abortire. Piccoli zombie che viaggiano in metropolitana dal Duomo alla periferia, in cerca di qualche spicciolo per acquistare una “punta”.

Non è lo zoo di Berlino, questo, ma è il cuore pulsante della capitale morale d’Italia ormai arresa di fronte a un’emergenza che la riporta – tristemente – all’inizio degli anni Ottanta, durante l’ecatombe dell’eroina.

DATI IN AUMENTO • I dati non lasciano scampo: in Lombardia il fenomeno delle tossicodipendenze fra gli “under 18” è in continua crescita. Solo nell’ultimo anno i minorenni presi in carico dai servizi ambulatoriali della Regione per la cura delle dipendenze sono stati 867. Più che raddoppiati rispetto a cinque anni prima, quando se ne contavano 362.

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Tanto che per correre ai ripari, l’assessorato regionale al Welfare guidato da Giulio Gallera ha dovuto aumentare di 6 milioni di euro le rette destinate alle comunità. Ma si tratta ovviamente di una panoramica sottostimata: mancano all’appello tutti i ragazzi che sono ancora totalmente sconosciuti ai servizi sociali.

L’INFERNO • In città nonostante le ripetute operazioni di polizia resiste il bosco della droga di Rogoredo, una delle piazze di spaccio più grandi d’Italia, dove in un giorno arrivano fino a mille clienti al giorno. Le dosi di eroina vendute a prezzi stracciati – fino a 2 euro a dose – richiamano ogni giorno adolescenti da ogni parte del Nord. Quando non bastano i soldi, la droga viene pagata con lo scambio merce più antico del mondo: la prostituzione.

Agli uffici del commissariato Lorenteggio sempre più spesso arrivano segnalazioni di minorenni scomparse e poi ritrovate seminude in stato confusionale ai bordi del bosco. Le prestazioni sessuali si svendono fino a cinque euro. Mentre all’ospedale Mangiagalli – raccontano agli uffici per la 194 – sono sempre di più le ragazzine tossicodipendenti che si rivolgono alla clinica milanese per abortire dopo rapporti avvenuti sotto effetto della droga.

I VIAGGI • Sono quindici i minuti che separano la stazione di Rogoredo da quella del Duomo, linea gialla. Ed è qui, a pochi passi dalla cattedrale e dalle vie del lusso, che ormai da molti mesi c’è un piccolo esercito di pendolari del buco. Hanno fra i 14 e i 30 anni, sono quasi tutti italiani, nascondono i volti magri e affilati sotto i cappucci delle felpe.

Chiedono l’elemosina sui marciapiedi impietosendo i passanti, e con i soldi che riescono a racimolare – di sera – ritornano nelle piazze dello spaccio per comprarsi un “punto di nera”, micro dosi di eroina vendute anche 2 euro. Costano poco, ma valgono anche meno: spesso, la droga viene tagliata con antidolorifici scaduti o con la stricnina, veleno per topi.

NEONATI IN PERICOLO • Sempre più spesso, poi, negli ospedali della città si registra un inquietante fenomeno: neonati figli di giovanissime mamme tossicodipendenti che rischiano la vita per aver assunto indirettamente sostanze stupefacenti. Si tratta di ragazze, infatti, che non hanno mai smesso di assumere stupefacenti né durante la gravidanza né con l’allattamento.

E così la tossicodipendenza si è trasmette di madre in figlio. L’ultimo caso qualche settimana fa, quando un bambino di quasi 12 mesi è stato ricoverato all’ospedale di Sesto San Giovanni perché in preda a irrefrenabili crisi di pianto: era in crisi d’astinenza.

+39%,
L’aumento del consumo di droga fra minori negli ultimi 2 anni

29,37%,
Gli ingressi in carcere dei minori per spaccio di droga

80%,
I consumatori di cannabinoidi

78,69%,
I consumatori cocaina

14,39%,
I consumatori eroina

4,86%,
I consumatori altre sostanze

Piccole schiave degli spacciatori

Le tredicenni pronte a vendersi ai pusher

Scompaiono nel nulla. Inghiottite dal buio e della nebbia. Non un grido d’aiuto, nessun allarme, il telefono che squilla a vuoto. Le chiamano le “schiave della droga”. Sono ragazzine di fra i 13 e i 20 anni, giovani tossicodipendenti che – per pagarsi le dosi – si vendono agli spacciatori, padroni dei loro corpi e delle loro vite. Esistenze bruciate in continuo aumento. Con le quali le forze dell’ordine e gli assistenti sociali del Comune di Milano devono fare i conti ogni giorno.

SEGREGATA IN HOTEL • L’ultimo caso, pochi giorni fa nei pressi del Cimitero Montumentale. Lì, gli agenti della Polizia Locale – che erano sulle tracce di due baby spacciatori di shaboo – hanno fatto irruzione nella camera di un hotel e hanno trovato in una stanza una bambina di 13 anni di origini cinesi, sdraiata sul letto, con lividi violacei ai polsi.

Parlava perfettamente italiano, ma non aveva documenti. Solo dopo molto tempo, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire alla sua identità: si tratta di un’adolescente che era scappata di casa di una settimana prima. Ora la polizia è al lavoro per cercare di capire quale universo di abbandono e disperazione si nasconda dietro questa vicenda.

IL PENTITO • Di loro, di queste piccole schiave, aveva parlato tempo fa anche il “primo pentito” del bosco della droga di Rogoredo, il tunisino Ismael Ltaief, oggi in carcere a San Vittore per tentato omicidio. Al suo avvocato Alessandra Silvestri, il testimone aveva raccontato di aver assistito allo stupro di numerose ragazzine, che venivano aggredite se non avevano abbastanza soldi per comprarsi la dose. «Le vedevo quando andavo a comprarmi la droga – riferisce il tunisino –.

Le tenevano seminude in una baracca, portavano da bere agli spacciatori e facevano qualsiasi cosa per loro. Una sera ho assistito a una violenza, sentivo urlare quella ragazza e allora sono intervenuto per farli smettere». Violenze sessuali che però – per paura – non vengono mai denunciate. Parallelamente, sono sempre di più le denunce di minorenni scomparse che transitano sulle scrivanie dei commissariati della zona intorno al bosco della droga. Le loro storie sono tutte molto simili e hanno un comune denominatore: la stazione di Rogoredo, dove arrivano i treni ad alta velocità da tutta Italia. E dove le vite delle piccole schiave si intrecciano e si confondono.

DOMANDE IRRISOLTE • Come quella di N.C., 13 anni. Era scomparsa alcuni mesi fa dalla provincia di Pavia pochi giorni prima del suo compleanno, senza lasciare traccia. Le sue amiche avevano riferito di averla vista per l’ultima volta alla stazione di Rogoredo, mentre si addentrava nel bosco. Cosa sia successo alla tredicenne, però, rimane un mistero: è stata ritrovata qualche giorno dopo, sana e salva. Il periodo trascorso fuori casa, però, rimane ancora oggi avvolto dalla nebbia.

Più o meno quello che è successo a M., 17 anni, svanita nel nulla la scorsa estate dalla sua casa in zona Città Studi. Aveva litigato con i suoi genitori dopo un brutto voto a scuola. Anche lei, l’ultima volta era stata avvistata a pochi passi dal bosco della droga. Per una settimana intera la notizia è rimbombata sui social network: i suoi familiari e i suoi amici l’hanno cercata ininterrottamente. Poi, dopo dieci giorni, la svolta: «L’abbiamo trovata». Di fronte alle domande degli inquirenti, però, anche lei non ha mai risposto.


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