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10. 05. 2024 11:02

Smog a Milano, Alessandro Miani (SIMA): «Chi dice che non c’è inquinamento mente sapendo di mentire»

Intervista al presidente della Società Italiana Medicina Ambientale, Alessandro Miani

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Tutelare la salute umana tramite la salvaguardia e la valorizzazione della natura e dell’ambiente. Questo fa SIMA – Società Italiana Medicina Ambientale dal 2015, data della sua fondazione a Milano. Presente oggi con rappresentanze in tredici regioni italiane, in otto stati europei e negli USA, è da sempre attenta agli equilibri ambientali. Per parlare della qualità dell’aria a Milano abbiamo intervistato il Presidente di SIMA Alessandro Miani.

Smog a Milano, parla Alessandro Miani

Professor Alessandro Miani, la classifica di IQAir è attendibile?
«Segnalare l’inquinamento atmosferico in Pianura Padana si tratta di una non notizia. Una società privata svizzera ha elaborato dei dati pubblici ma è stravagante che il Sindaco di Milano, come altri esponenti della politica, scoprono che c’è inquinamento in Lombardia solo quando escono queste classifiche. Da molti anni siamo al primo posto in Europa per decessi prematuri attribuibili all’inquinamento atmosferico».

Com’è la situazione dell’aria a Milano?
«Nelle città dove c’è più traffico veicolare si sente maggiormente un peggioramento della qualità dell’aria. Un altro problema di Milano è la conformazione della città che impedisce adeguata ventilazione naturale. Inoltre le attività zootecniche ed i poli industriali presenti nella città metropolitana contribuiscono all’impatto negativo sulla qualità dell’aria».

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Ci sono stati dei miglioramenti nel tempo?
«Le politiche adottate 15 anni fa hanno portato a dei miglioramenti oggi, ma nei fatti siamo oggi ancora spesso fuori limiti della legge italiana. Limiti di legge che sono comunque circa tre volte superiori a quelli recentemente indicati come tutelativi per la salute dall’OMS».

È tutta la Pianura Padana a soffrire di questo problema.
«In tutte le regioni della Pianura Padana la situazione è critica e seria. La Pianura Padana è l’area più inquinata d’Europa, abbiamo una conformazione orografica sfavorevole che, soprattutto nei mesi invernali, crea una stabilità atmosferica che rende difficoltosa la diluizione degli inquinanti con meteo sfavorevole (scarsità di piogge e assenza di venti forti) come in questi ultimi inverni molto siccitosi».

Il Comune di Milano può fare qualcosa?
«Impensabile un blocco permanente del veicolare in città, come imporre ai cittadini di acquistare veicoli elettrici senza che vi siano incentivi importanti a riguardo. In una grande città come Milano bisogna sicuramente aumentare il car sharing, incentivare l’utilizzo delle biciclette ma anche implementare i mezzi pubblici a idrogeno o elettrici in città. Inoltre, ridurre la temperatura interna degli edifici di un paio di gradi (19 gradi è una temperatura accettabile)».

Voi come SIMA avete fatto una proposta al Governo.
«Abbiamo consigliato di utilizzare su larga scala coating fotocatalitici al biossido di titanio a base etanolo. Si tratta di rivestimenti trasparenti da applicare sulle superfici murarie e vetrate di edifici urbani. Studi scientifici hanno dimostrato che, attivando queste superfici con luce naturale, possiamo svolgere un’azione di scomposizione e riduzione degli inquinanti atmosferici in sottoprodotti innocui per la salute umana».

Singole iniziative, come le domeniche a piedi, sono misure utili?
«Hanno un effetto tampone, ma nei fatti da sole non servono a nulla. Servono azioni strutturali agendo a più livelli».

C’è l’urgenza di agire in maniera concreta?
«Per mettere un argine al problema servono risorse pubbliche perché il costo non può ricadere nelle tasche dei cittadini. Non servono più compromessi: se rimandiamo gli interventi di 10 anni il numero di decessi da inquinamento atmosferico continuerà ad essere elevato. Il mio parere è che non si può più aspettare, deve essere la politica a fare un cambio di passo. Chi dice che non c’è inquinamento atmosferico mente sapendo di mentire, oppure è un ingenuo. Bisogna agire e farlo subito. Tutelare la salute pubblica è un dovere e oggi è possibile farlo senza creare danno all’economia locale e nazionale».

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