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08. 05. 2024 15:00

Soulfood Forestfarms e Università degli Studi insieme ai detenuti: «Agriforesta al carcere di Bollate per la Giornata della Terra»

Creeranno insieme ai detenuti un bosco nei prati dell’istituto penitenziario

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La Giornata della Terra non è una ricorrenza puramente simbolica, almeno non dovrebbe esserlo. Lo sanno bene i soci di Soulfood Forestfarms, organizzazione no-profit guidata da un team multidisciplinare di professionisti che si occupano di agroforestazione e di progetti socioculturali. Per la l’Earth Day, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano lanceranno invece un progetto all’interno del carcere di Bollate. Alessandro Di Donna è il presidente e socio fondatore di Soulfood Forestfarms, mentre Alice Dal Borgo è docente di Scienze umane dell’ambiente, del territorio e del paesaggio della Statale.

Giornata della terra, l’iniziativa di Soulfood Forestfarms e Università degli Studi

Cos’è Soulfood Forestfarms?
Di Donna: «E’ un’organizzazione composta da un’associazione di promozione sociale che si occupa di facilitare la trasnsizione ecologica attraverso pratiche di agro-forestazione rigenerativa. Si rivolge ad aziende agricole e ad altre aziende che intendono combattere le emissione tramite crediti di Co2. Ci occupiamo di tutto ciò che l’agricoltore non riesce a fare. Innanizitutto stiliamo il progetto produttivo: non si tratta quindi di piantare semplicmente alberi, ma di piantarli in aziende agricole per fare in modo che siano remunerativi per l’agricoltore. Si tratta di una filiera di cibo sano che viene creata da zero o ampliata a livello di offerta di prodotti».

Su quali terreni operate?
Di Donna: «Abbiamo iniziato a fare questo lavoro nei terreni del parco della Vettabbia (nel Parco Sud adiacente ai quartieri Corvetto e Vigentino), terreni che il Comune di Milano ha dato in gestione a CasciNet per trent’anni. Negli ultimi tre anni abbiamo piantato circa 12mila alberi componendo due agro-foreste, una con un focus più produttivo con piccoli frutti e dove presto ci saranno anche le uova del progetto “adotta una gallina”».

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Come è nata la sinergia con il carcere di Bollate?
Dal Borgo: «Io e altri colleghi dell’Università di Milano collaboriamo da tre anni con Soulfood a progetti di ricerca interdisciplinare, interdipartimentale, di didattica e di public engagement. Quest’anno, anche grazie alla sponsorship di One Tree Planted, abbiamo deciso di celebrare la Giornata della Terra nel carcere di Bollate, dato che l’Università degli studi vi collabora per la formazione dei detenuti per il reinserimento nella società, così come con il carcere di Opera».

Cosa farete per la Giornata della Terra?
Dal Borgo: «Lo scopo è sia celebrare questa data che proseguire con un progetto a più lungo termine. Insieme a Soulfood abbiamo pensato di mettere a dimora un piccolo modello di agro-sistema forestale del quale poi i detenuti stessi si prenderanno cura: da un lato favorirà la mitigazione delle temperature e la rigenerazione del suolo, dall’altro i detenuti potranno godere di una qualità paesaggistica maggiore. Partiamo  con questo piccolo nucleo e poi vogliamo trovare altri finanziamenti per coprire una superfice maggiore in collaboraizone anche con il vivaio Cascina Bollate che sta all’interno del carcere».

Che alberi pianterete?
Di Donna: «E’ un sistema multistrato, erbaceo, arbustivo e di piante forestali. Si disegna un esagono ai cui vertici vengono piantati gli alberi più alti e uno al centro. L’esagono è il sistema che efficenta maggiormente l’utilizzo dello spazio, come fanno le api con le arnie. Attorno a questi alberi principali da frutta si forma una sorta di boschetto, dove sotto piantiamo noccioli, sambuchi, ligustri, salici, rosa canina e biancospino e per completare ci sarà la menta, delle fragoline di bosco, salvia e finocchio».

Poi bisognerà curarlo…
Dal Borgo: «Grazie a una gestione agro-ecologica il sistema deve poter sopravvivere anche senza irrigazione perché manca un pozzo, come nel parco della Vettabbia. Questo è un elemento importante soprattutto in un’epoca di grave siccità come questa».

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