Due finti carabinieri, entrambi residenti nel milanese, sono stati arrestati dai carabinieri (ma quelli veri) del Nucleo Investigativo di Milano per il reato di furto aggravato. Gli imputati avevano messo in atto una perfida tecnica, nota appunto come “finto carabiniere”, che consisteva nel travisare la propria identità indossando tesserini, mascherine personalizzate e loghi riconducibili ai carabinieri. Utilizzando queste artifizio, i criminali si introducivano nelle abitazioni delle vittime, preferibilmente persone anziane, e, approfittando della loro vulnerabilità e confusione, si impossessavano di oggetti di valore.
Finti carabinieri, l’arresto
L’indagine condotta dai carabinieri ha coinvolto il monitoraggio attento delle denunce di furto in abitazione ai danni di individui vulnerabili, utilizzando sopralluoghi, l’analisi delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza delle strade e delle stazioni di servizio frequentate dai due ladri. Inoltre, è stato effettuato un accurato controllo delle targhe dei veicoli coinvolti nel corso delle azioni criminali.
ARRESTATI DUE FINTI CARABINIERI
I carabinieri (quelli veri) hanno fermato i due uomini che svaligiavano le case degli anziani#Milano #Carabinieri pic.twitter.com/p26lHTn2oC
— Mi-Tomorrow (@MiTomorrow) August 31, 2023
Finti carabinieri, la truffa
La strategia adottata dai malviventi prevedeva di individuare le vittime anziane al loro rientro a casa, al fine di assicurarsi una situazione favorevole per mettere in atto il furto. Sfruttando l’illusione di trovarsi di fronte a degli agenti dell’ordine, i colpevoli si introdussero nelle abitazioni, alla ricerca di eventuali segni di furto già perpetrato. Sfruttando l’opportunità data dall’alterazione emotiva delle vittime, i criminali saccheggiavano gli oggetti di valore con tempestività e destrezza.
Finti carabinieri, l’arresto
Il pedinamento dei due sospettati, uno dei quali era già stato coinvolto in un’indagine in passato, ha portato alla scoperta dei mezzi utilizzati per i furti, come una motocicletta e le automobili impiegate per compiere i reati. Il provvedimento di arresto è stato emanato dal gip, il quale aveva ricostruito le prove e ritenuto necessaria l’adozione della misura cautelare per garantire l’incolumità delle persone coinvolte e prevenire ulteriori azioni delittuose.