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27. 07. 2024 04:22

Linee future e prolungamenti, il PNRR apre nuovi scenari sulle metropolitane a Milano

Dalla rossa agli Olmi alla gialla a Paullo, fino alla stessa blu a Segrate. E per la rosa si sprecano le ipotesi

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Si inizia a fare sul serio con il PNRR, i fondi europei assegnati all’Italia per assicurare un rilancio dell’economia dopo la depressione provocata dalla pandemia. Nei giorni scorsi il ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili ha annunciato il piano per rafforzare il trasporto pubblico locale nelle grandi città e con Milano bisogna riconoscere che è stata molto generosa destinando 732 milioni che serviranno per finanziare la realizzazione di nuove opere e progetti che porteranno a nuove infrastrutture, probabilmente soprattutto tra le metropolitane.

Metropolitane a Milano, l’idea della M6

In primo luogo viene finanziato lo studio di fattibilità per la linea rosa. L’ipotesi più probabile è un tracciato a sud dalla città che collega Ponte Lambro con la Barona, un’opera meno imponente di quella che doveva collegare Quarto Oggiaro con Ripamonti che sembrava la più accreditata. È anche finanziato lo studio di fattibilità per allungare la M3 verso Paullo e creare un nuovo deposito per la metro: si tratta di un’opera molto attesa che arriverà a San Donato e Paullo intervenendo nel quadrante sud-ovest, tra i meno serviti della città.

Veniamo alla realizzazione delle opere. La M1 prosegue fino a Baggio, nei prossimi mesi ci sarà la gara per cominciare i lavori. Il prolungamento, il cui progetto è stato approvato a dicembre 2020, si estende per circa 3,3 chilometri dall’attuale capolinea Bisceglie della Linea M1 e sono previste tre nuove stazioni, Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate. Discorso diverso per M4, che ha avuto una storia travagliata.

Iniziata con enormi ritardi, al punto che è stata completata prima la M5, ha subito diverse interruzioni anche a causa del ritrovamento dei reperti archeologici. Poi ci si è messa di mezzo la pandemia, ma adesso sembra che l’attesa stia per finire: si inaugura dopo l’estate, forse entro il 30 settembre come ha annunciato il presidente della società M4, Alessandro Lamberti, nel corso della commissione consiliare congiunta enti partecipati e mobilità dello scorso 15 marzo. Per vedere l’opera completa bisognerà aspettare il 2024, nel frattempo è arrivata la notizia da Roma che ci sono i fondi per andare verso Segrate con due nuove fermate: Idroscalo e Segrate, appunto.

Si arriverebbe, così, ad una tratta che congiunge Segrate con Lorenteggio. A questi progetti bisogna aggiungere il prolungamento – già finanziato – della M1 e M5, che porterà quest’ultima a Monza. Il progetto definitivo doveva essere pronto entro la fine del 2021, ma l’iter ha subito dei ritardi che hanno fatto slittare la progettazione e, inevitabilmente, anche la data del cantiere e della fine dei lavori. Secondo il sindaco del capoluogo brianzolo Dario Allevi l’opera sarà pronta nel 2029/2030.

Tirando le somme, già oggi la rete metropolitana di Milano conta 113 stazioni e 96,8 chilometri di binari: è la più estesa d’Italia. Nel 2030, con 130,5 chilometri di estensione, salirà all’ottavo posto davanti a San Pietroburgo. Le stazioni saranno 151, ma bisogna ricordare che il confronto non è omogeneo in quanto la superficie di Milano è molto inferiore a quella di Londra, Parigi, Berlino, Madrid, Mosca che la precedono in questa classifica.

Metropolitane, il nuovo cronoprogramma per la M4

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Assessore ai Trasporti nella seconda giunta Albertini, candidato sindaco con i socialisti nello scorso ottobre, l’architetto Giorgio Goggi è da sempre molto attento alla mobilità: questa è la sua visione sullo sviluppo della rete metropolitana nei prossimi anni.

Partiamo dalla M4 che lei ha visto nascere.
«È un progetto dell’amministrazione Albertini, assieme a M5 che è partita prima perché le demmo priorità quando capimmo che la nuova linea di Roma aveva la precedenza sulla M4».

Oltreché partita in ritardo M4 ha subito varie vicissitudini, come lo spiega?
«Il tragitto è in un’area difficile, dove ci sono diversi reperti archeologici».

Solo un problema di siti antichi?
«No, ci fu anche l’esigenza di ridefinire il contratto di projet financing. Poi è accaduta una cosa strana: le buste con le offerte sono arrivate nell’ottobre del 2006 ma sono state aperte solo 3 anni dopo, è un mistero della giunta Moratti».

Quale sarà l’impatto di questa infrastruttura sulla città?
«Per noi era strategica perché avrebbe consentito la pedonalizzazione del centro grazie ad un progetto di sistemazione dei parcheggi che poi è stato cancellato dalla Moratti. Detto questo, M4 avrà un grande impatto in modo particolare nel centro».

Che tipo di pedonalizzazione si può realizzare in centro?
«Quella che garantisce l’accesso veicolare della auto ma per realizzarla ci vogliono i parcheggi».

Il PNNR offre grandi opportunità di sviluppo del trasporto pubblico, come sfruttarlo nel modo migliore?
«I prolungamenti della M4 a Segrate e della M5 a Monza erano già previsti e li considero molto importanti. Sono, invece, perplesso per quello della M3 a Paullo».

Perché?
«Per mantenersi una linea ha bisogno di 20-30mila passeggeri ma quel tratto che dovrebbe arrivare a Paullo non ha una mobilità così alta: credo sarebbe meglio impiegare tram o filobus sulla Paullese».

Cosa succederebbe se costruissero la metro?
«Quello che è accaduto con il prolungamento della M2 fino a Gessate che ha favorito gli insediamenti fuori Milano che hanno congestionato il territorio».

Eppure è un progetto atteso da anni…
«Bisogna stare più attenti quando si fanno queste cose, in Canada ad esempio si utilizzano i tram per coprire alcune tratte e poi, solo quanto si supera una certa soglia, si pensa ad un trasporto più impegnativo come la metropolitana».

L’altro grande intervento è la M6.
«Il Pums prevedeva una linea metropolitana decentrata che collegasse il nord con Ripamonti, ora invece abbiamo un tracciato a slalom che non si attacca alle direttrici di Milano: direi che è un enigma, per non dire di peggio».

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Qual è la notizia arrivata da Roma che reputa più importante?
«Il prolungamento della M4 fino a Segrate».

Perché?
«Consentirà il collegamento tra metropolitana, alta velocità e linea suburbana del passante ferroviario: significa mettere in connessione tre forme diverse di trasporto e i tre scali di Linate, Malpensa e Orio al Serio».

Che differenza c’è con le altre opere?
«Qui si chiude una connessione, negli altri casi si risponde ad una domanda di trasporto in cui manca l’offerta».

Partiamo dal prolungamento della M1 a Baggio.
«È un’opera importante, la zona ne ha bisogno perché è popolata».

Le novità più importanti arrivano per la zona Sud.
«Il prolungamento della M3 prevede un raccordo con le zona del sud-est, è una progettazione seria. C’è poi la M6 che interviene in una zona sguarnita, se si eccettua la S13 che però è esterna alla città».

Il tracciato della “rosa” ha sollevato polemiche, in particolare perché è stato accantonato il progetto che avrebbe collegato nord e sud città.
«Io ho visto gli studi, posso dire che ci sono ben sei tracciati. Ad ogni modo voglio discutere con i presidenti dei municipi e i sindaci dei municipi del sud Milano ma posso già dire con sicurezza che non penso ad una nuova linea che passa per il centro».

Per quale motivo?
«Sarebbe troppo pesante per la città un’altra infrastruttura che passa per il centro con i cantieri e tutto ciò che comporta. Penso invece ad una circle linea che colleghi le linee 1, 2, 3 e 4».

La M4 andava realizzata?
«Sì, è indispensabile, trasformerà in meglio la città».

Quando la vedremo all’opera?
«Dopo l’estate partirà il tratto Dateo-Linate».

La vedremo a San Babila per Natale?
«Direi ai primi del 2023, mentre arriverà a Lorenteggio nel 2024».

Sarà un’opera più tecnologica della M5?
«È molto simile».

Come cambierà il trasporto di superficie con le nuove metropolitane?
«Faremo un lavoro di razionalizzazione, in particolare puntiamo a realizzare gli hub metropolitani, all’esterno, dove si potrà lasciare l’auto per prendere la metro».

Alcune corse di superficie saranno soppresse?
«Faremo le verifiche perché si tratta di corse brevi, hanno una funzione diversa».

I milanesi saranno più incentivati a lasciare l’auto?
«Promuoveremo gli abbonamenti, vogliamo lanciare il messaggio che il trasporto pubblico è una forma di partecipazione civica di servizio».

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