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25. 04. 2024 22:12

Un altro weekend da dimenticare: risse e coltelli diventano i protagonisti della Milano violenta

Il problema sicurezza è sulla bocca di tutti. Ma quanto è corretto parlare di una Milano violenta? Il fenomeno andrebbe esaminato più a fondo

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Ancora una volta, nel weekend appena passato, in città si sono verificate ulteriori risse, altri accoltellamenti tra giovani. E’ bene chiarire subito, prima di addentrarci nel tema, che la situazione non è totalmente fuori controllo, non siamo in una situazione ancora esplosiva o da scenario insostenibile. Quanto è corretto allora parlare di una Milano violenta?

Milano violenta, quello che c’è da capire

Ci sono state altre epoche in cui la violenza è stata molto più presente e preoccupante. Ma il segnale di allarme, seppure con razionalità e senza farci prendere dall’emotività, va ascoltato e analizzato.

milano violenta

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C’è innanzitutto un aspetto che va affrontato, capito, studiato, cercando delle possibili soluzioni: l’estrema facilità con cui i giovani coinvolti nelle risse tirano fuori i coltelli, spaccano le bottiglie per renderle oggetti taglienti, la noncuranza con cui si scagliano l’uno contro l’altro. Questo denota una totale assenza di scrupolo, di paura, di timore nei confronti delle conseguenze che gesti così violenti possono provocare. Come se non contasse neanche un po’ il fatto che una lama può uccidere.

Non che picchiarsi con i pugni sia meglio, sia chiaro, ma la differenza c’è e non vederla, e soprattutto non fare nulla, è pericoloso. Prima che la situazione sfugga di mano bisogna intervenire. E prima di intervenire bisognerebbe indagare le cause di questo aumento di rissosità nelle serate milanesi. Se ci limitiamo a invocare una maggiore repressione, che pure servirebbe, si torna sempre al punto in cui si prova a limitare le conseguenze senza rimuovere le cause. E le cause possono essere molteplici. A partire dalle condizioni di vita, dalle prospettive di futuro di quello che una volta si chiamava “sottoproletariato urbano”.

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