Gli studenti universitari milanesi hanno protestato questa mattina davanti al Pirellone in occasione dell’inizio della sessione di bilancio “contro i tagli decisi dalla Regione Lombardia” sul diritto allo studio. Il presidio è stato convocato dalle liste studentesche Udu, Studenti indipendenti, Terna Sinistrorsa, UniSì, Svoltastudenti e Parola agli studenti.
Studenti e borse di studio: l’affondo contro Regione Lombardia
I partecipanti hanno esposto diversi striscioni con slogan come “Senza borse di studio contateci tra gli abbandoni”, “Tagli all’università, un’eccellenza lombarda” e con un maxi assegno finto con scritto “Diritto allo studio, dodici milioni” e firmato Attilio Fontana.
«Saranno ben 10mila, quest’anno, gli idonei non beneficiari, ovvero tutti quegli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi che anche quest’anno rimarranno ancora privi della borsa di studi. L’anno scorso gli Atenei lombardi hanno garantito i fondi mancanti per coprire le restanti borse, ma l’intenzione potrebbe non rimanere più tale», gridano degli studenti.
«Ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità nei confronti delle politiche sul diritto allo studio mentre tutt’oggi ci troviamo in una situazione addirittura quasi peggiore rispetto a quella dello scorso anno: meno fondi regionali, più idonei non beneficiari», concludono i giovani.
Studenti in protesta: parla il comitato delle università lombarde
Sul tema è intervenuta anche il Comitato regionale di Coordinamento delle Università lombarde, il Crul: «In questi giorni i nostri Atenei stanno pubblicando le graduatorie degli studenti idonei per le borse DSU, da cui emerge una forte crescita del fabbisogno per il finanziamento delle borse stesse, a causa, in primis, dell’adeguamento del loro importo al costo della vita. Tale fabbisogno cresce in maniera considerevole, incompatibile con i bilanci degli Atenei. Il finanziamento di queste borse di studio, che adempiono al precetto costituzionale di garantire l’accesso all’istruzione superiore agli studenti capaci e meritevoli, dovrebbe rappresentare una priorità per il Paese. Purtroppo, i segnali che riceviamo non vanno in questa direzione».
«Le proteste che si sono levate dal mondo studentesco e le richieste di intervento da parte delle Università sono rimaste, finora, inascoltate. In questo contesto, sentiamo fortemente la responsabilità di rispondere alle aspettative di migliaia di studenti e di famiglie. Tale taglio al diritto allo studio ha anche ulteriori ricadute negative che conducono alla compressione di altre spese e investimenti che non potranno essere procrastinati oltre l’anno prossimo. Oltre a ciò, risultano fortemente penalizzate iniziative a favore di spazi di aggregazione e servizi per le comunità studentesche».
«Il problema del finanziamento adeguato del diritto allo studio (e quindi, oltre che delle borse di studio, degli alloggi per gli studenti pendolari e fuori sede) è strutturale e non può essere scaricato sulle spalle degli Atenei».