Dall’incontro tra il Cts, i sindaci dei capoluoghi e il presidente Fontana è emersa la volontà di rendere effettivo il tanto discusso coprifuoco che entrerà in vigore da domani. Tuttavia tale misura per Milano non potrebbe bastare: a lanciare l’allarme diversi esperti.
Nuove misure. Il primo a chiedere provvedimenti ancora più restrittivi è stato Fabrizio Pregliasco, membro del Cts lombardo: «Il coprifuoco è necessario perché la situazione è esplosiva . Il CTS aveva spinto per una chiusura dei locali alle 21 o anche prima. Bloccare tutto dalla 23 alle 5 credo non sia del tutto sufficiente per Milano che per densità di popolazione, interscambi lavorativi, contatti legati alla tipologia abitativa, è un malato più grave».
Nella giornata di ieri poi, gli infettivologi Massimo Galli, Marino Faccini e Marco Rizzi hanno redatto un documento dall’eloquente titolo “Fare Presto”. «L’idea del coprifuoco, pesante quanto si vuole, è un chiaro messaggio ai cittadini: state il più possibile a casa, abbiate pazienza per il periodo necessario, evitate il più possibile che il virus circoli – ha spiegato Galli –. Ma se il coprifuoco alle 23 ha senso per l’intera regione, ci sono situazioni in cui alcune restrizioni hanno più senso di altre. Servono quindi anche interventi mirati da valutare zona per zona, mirati in base alle diverse realtà».
Anche se detto in maniera velata, Galli chiede uno sforzo nei luoghi maggiormente a rischio come Milano per scongiurare un nuovo tanto temuto lockdown. «Non stiamo parlando di lockdown in alcune aree – ha ribadito Galli –, il lockdown è proprio quello che vogliamo evitare mettendo in campo misure che tengano conto in maniera analitica delle specificità locali».