I servizi sociali del Comune al lavoro per l’emergenza: la mappa completa

Tra quarantene e pacchi alimentari, un quadro dello sforzo dei servizi sociali del Comune per l’emergenza coronavirus

Servizi sociali del Comune al lavoro per l’emergenza coronavirus: vitto, alloggio e quarantena
Servizi sociali del Comune al lavoro per l’emergenza coronavirus: vitto, alloggio e quarantena

Sono giorni cruciali per i servizi sociali del Comune di Milano. Già, perché non c’è solo da garantire la regolare assistenza a chi ne ha diritto. L’emergenza coronavirus sta aprendo nuove sacche di bisogno: da chi si è ritrovato senza un lavoro a coloro i quali non hanno modo di seguire una quarantena a casa. Gli interventi sono molteplici e su vari ambiti.

Servizi sociali del Comune al lavoro per l’emergenza coronavirus

Call. Intanto, è stato pubblicato un avviso pubblico rivolto a soggetti che vogliano collaborare alla realizzazione di progetti di accoglienza durante la fase di emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus. L’obiettivo del Comune è individuare strutture e alloggi di accoglienza per personale sanitario operativo e lavoratori nei servizi essenziali, cittadini sottoposti a quarantena (anche Covid-19 con sintomi lievi) che non hanno la possibilità di dimorare presso il proprio domicilio e persone in difficoltà sociale e abitativa. L’esempio più evidente è quello dell’hotel Michelangelo, che si è trasformato in una struttura para-ospedaliera per accogliere milanesi in quarantena. La call si divide in tre tipologie di servizio richiesto.

Tre assi. In primis, ci sono gli alloggi temporanei per l’ospitalità di personale sanitario (medici e infermieri), lavoratori nei servizi essenziali, persone che rientrano in città a cui è richiesta la quarantena e persone dimesse dagli ospedali che non possono rientrare nel proprio alloggio. Gli ospiti potranno prenotare autonomamente le abitazioni tramite piattaforme di booking per un costo di massimo 15 euro al giorno (nel caso di alloggi) e di 30 euro nel caso di alberghi di cui si mantiene e garantisce la gestione.

Poi ci sono le strutture ricettive come alberghi, ostelli e residence per cittadini positivi al Covid-19 che necessitano isolamento. E’ questo, ad esempio, il caso del Michelangelo dove è prevista l’attivazione di una convenzione tra il Comune e la proprietà che preveda, eventualmente, la preparazione di pasti da parte di Milano Ristorazione e costi di gestione a carico dell’istituzione pubblica. Gli aspetti sanitari e di sorveglianza nei confronti dei soggetti sottoposti a quarantena saranno gestiti dalle rispettive autorità competenti, ATS e Prefettura.

Infine, si cercano spazi idonei a ospitare anche persone in situazioni di disagio critico, da cedere anche in comodato d’uso. Le strutture possono essere anche sportive, culturali o di animazione e saranno gestite sul modello del “Piano Freddo” con l’integrazione di presidi sanitari leggeri. Sono un esempio di questa terza direttrice le aree del Saini e dell’ex scalo Porta Romana (Social Music City). Le candidature all’avviso pubblico potranno essere presentate entro le 12.00 del 30 maggio 2020, attraverso la compilazione di un questionario descrittivo delle caratteristiche dell’immobile (tipologia di accoglienza, metratura, servizi, accessibilità). Per rendere più rapida ed efficace la selezione, l’Amministrazione valuterà l’idoneità delle proposte al loro arrivo, senza aspettare la scadenza dell’avviso pubblico, dando precedenza agli immobili immediatamente disponibili. Le strutture selezionate saranno attivate secondo le necessità indicate dalle autorità sanitarie.

Protezione Civile. Poi c’è l’emergenza alimentare per la quale sabato scorso è stata deliberata un’ordinanza della Protezione Civile che ha destinato fondi ai Comuni. A Milano sono in arrivo poco più di 7,2 milioni di euro, utili ad aiutare una platea che Palazzo Marino ha stimato in 50-60mila cittadini. Come? Con la distribuzione di pacchi alimentari, come già avviene dai sette hub attivi, e con l’erogazione di voucher destinati solo ed esclusivamente alle spese per il cibo. Per l’erogazione vera e propria il Comune sta preparando una piattaforma online e un numero di telefono dedicato per individuare tutti i soggetti che hanno bisogno e diritto.

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