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28. 04. 2024 21:57

Francesca Michielin: «Azzeriamo il gender gap, anche grazie alla musica»

Francesca Michielin, curatrice speciale MMW: Milano permette a tutti di fare grandi cose e in tempi rapidissimi e sta diventando sempre più il punto di partenza per molti stili e generi musicali».

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Quali sono i tuoi obiettivi come curatrice speciale?
«La Milano Music Week è un’occasione importantissima per poter affrontare e condividere opinioni sul mondo della musica. Sono tanto onorata di ricoprire questo ruolo quest’anno e mi piacerebbe puntare i riflettori sul ruolo delle artiste donne, in un ambiente discografico in cui, purtroppo, non sono ancora abbastanza protagoniste».

Argomento che tratterai nello specifico.
«Sono tre gli appuntamenti che mi vedranno direttamente all’opera: con il primo, martedì 21 alle 19.00, registrerò al Teatro dei Filodrammatici il mio podcast Maschiacci, cogliendo l’occasione per riflettere ancora una volta sulla potenza del linguaggio e il peso delle parole».

E poi?
«Il secondo panel, venerdì alle 17.15 in Torneria Tortona, è organizzato con Equaly. Avremo l’occasione di parlare di gender gap in ambito musicale e non solo. La musica, oggi, vive ancora intrinseca di maschilismo e si fa poca luce su ciò che arriva dalla musica scritta e prodotta da donne. Mi sono posta queste domande non solo come musicista, ma anche come cittadina di questo Paese».

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E lo fai da prima curatrice donna della MMW.
«È un bellissimo riconoscimento essere la prima curatrice donna, anche per questo ci tengo a portare delle tematiche così attuali e vivide nella nostra società. Credo che la musica sia uno dei mezzi più potenti ed efficaci per trattare temi non sempre leggeri o facili da comprendere».

Sabato 25, alle 21.00, suoni all’Arca.
«Ci sarà il consueto appuntamento di residency all’Arca di Milano: un sabato alternativo, con 100% musica e tanta improvvisazione. Sarà uno spazio senza sovrastrutture, un live quasi alla vecchia maniera e con me avrò i Tropea – band finalista della scorsa edizione di X Factor – milanesi doc».

In questa settimana Milano diventa la città della musica.

«Milano è la mia città del cuore: mi ha visto crescere e sperimentare. Ѐ la città delle possibilità, permette a tutti di fare grandi cose e in tempi rapidissimi, ma soprattutto negli anni sta diventando sempre più il punto di partenza per molti stili e generi musicali».

Quali sono i tuoi luoghi del cuore milanesi?
«La Martesana, con il suo anfiteatro (dove ho anche scattato le foto di FEAT, mio progetto del 2020), la zona di Nolo e tutte le sue vie multietniche dai sapori esotici, dove ho incontrato un sacco di nuovi amici e scoperto una nuova comunità che mi ha fatto sentire a casa».

Altri?
«Porta Ticinese: lì c’è il monolocale dove ho vissuto appena trasferita a Milano, un posto che mi ha visto crescere e dove ho scritto tanti pezzi. Direi che nel mio cuore c’è anche l’Arca, assieme al Mosso, che rimangono i luoghi di aggregazione più belli e genuini dove ho avuto il piacere di suonare, posti intimi, dove si respira ancora l’idea del club come luogo di incontro».

Hai detto più volte di non riuscire a vivere stabilmente a Milano, però.
«Essendo una grande città, inevitabilmente viaggia su ritmi molto serrati e, di conseguenza, si crea un clima quasi “alienante” ed esclusivo, dove ognuno è concentrato sul proprio dovere e i propri obiettivi. Se dovessi cambiare qualcosa di questa città mi piacerebbe istituire, a poco a poco, una dimensione più inclusiva e corale, aiutando tutti a sentirsi parte di un gruppo».

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