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20. 04. 2024 03:56

Hanna Yefimova, la Russia in città: «Milanesi solidali, ma hanno paura»

Parla la titolare del ristorante russo Veranda

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È nata in Bielorussia, il padre è russo mentre la madre è ucraina: poche persone come Hanna Yefimova possono sentire il peso di quanto sta accadendo. Titolare del ristorante russo Veranda spiega a Mi-Tomorrow, in un ottimo italiano, com’è cambiata la vita nelle ultime due settimane.

Hanna Yefimova, dalla Russia a Milano: «Restiamo uniti»

Da quanto tempo vive in Italia?
«Da 21 anni, sono a Milano da 11».

Dove ha appreso l’italiano?
«Ho frequentato le scuole in Italia».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

Come si trova a Milano?
«Meravigliosamente bene, è una città che mi appartiene».

Quali sono i suoi rapporti con l’Ucraina?
«Stretti, ho molti amici, sono stata lì l’estate scorsa».

Qualcuno allora le manifestò paure di una possibile guerra?
«Assolutamente no».

Vi sentite anche in questi giorni?
«Sì, siamo in contatto».

Nel ristorante siete tutti russi?
«No, ci sono anche italiani».

Chi sono i vostri clienti?
«Italiani, russi, turisti stranieri di tanti Paesi diversi».

russiaLe vicende della guerra incidono sul vostro lavoro?
«Continuiamo a fare il nostro lavoro, i clienti continuano a venire, sotto questo punto di vista non abbiamo avuto problemi».

Davvero tutto bene?
«Qualcuno che fa il cretino c’è ma sono casi isolati, la maggior parte dei clienti ci esprime solidarietà».

Come le sembrano gli italiani in questo momento?
«Preoccupati: dalle discussioni emerge sempre questo senso di forte preoccupazione».

Lei frequenta sia la comunità russa che quella ucraina?
«Conosco anche romeni, moldavi, bielorussi».

Riesce a conservare le amicizie?
«Sì anche se ho saputo che non per tutti è così, ciò che succede in Ucraina influisce inevitabilmente sui rapporti personali».

È in contatto con associazioni che si occupano dei profughi?
«Mi sono attivata da subito per sostenere coloro che portano beni e medicinali in Ucraina, ora bisognerà aiutare i profughi che a Milano sono già arrivati».

Quale messaggio si sente di esprimere?
«La cosa più importante è restare uniti, ognuno faccia che quello che può e speriamo che tutto si risolva presto nel modo migliore».

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