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30. 04. 2024 05:37

Biglietti ATM digitali? Sironi: «Trasformo quelli vecchi cartacei in opere d’arte uniche»

Mentre l'Azienda dei Trasporti Milanesi sta per cambiare i documenti di viaggio digitali Roberto Sironi li utilizza come “tele”: «Ne sto ultimando una dedicata al Teatro alla Scala»

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Lui è Roberto Sironi affermato eclettico artista milanese che dal 2015 trasforma i biglietti ATM in piccoli capolavori destinati a rimanere l’unica traccia dopo che l’azienda milanese dei trasporti ha annunciato l’intenzione di passare al digitale. «L’idea – racconta a Mi-Tomorrow – mi è venuta in tram. Dovevo fare uno schizzo e non avevo carta con me così ho utilizzato il biglietto!” Da allora ne ha dipinti più di cinquemila, tutti raccolti nelle strade di Milano e nelle metropolitane, tutti rigorosamente obliterati.

Biglietti ATM, Roberto Sironi: «Ogni opera ha una sua vita e può essere composta da 8,16,32,36 biglietti incollati su un cartoncino sino ad arrivare a vere e proprie collezioni composte da moltissimi biglietti»

biglietti atm
 

Sono difficili da realizzare?
«No. Sono solo opere in miniatura, “opere brevi” che però hanno una loro storia! In fondo sono oggetti che hanno condiviso per 90 minuti la vita delle persone. E poi c’è quella banda magnetica che corre lungo il biglietto, come una quinta teatrale da dove escono i personaggi che racconto! Sono un misto tra arte, fumetto e letteratura».

Come “funzionano”?
«Ogni opera ha una sua vita e può essere composta da 8,16,32,36 biglietti incollati su un cartoncino sino ad arrivare a vere e proprie collezioni composte da moltissimi biglietti. Ne sto ultimando una dedicata al Teatro della Scala con tutte le opere liriche rappresentate dal 1778 ad oggi».

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Ha “sedotto” anche mamma Rai…
«Giorni fa ho partecipato al programma di Geppi Cucciari Splendida cornice; in quell’occasione ho dipinto dal vivo una ventina di badge della Rai raccontando la storia della serata con i suoi ospiti. Un’esperienza teleccitante!»

Guardando le sue opere, colpisce la sua abilità nel tratto, nell’uso del colore, ma anche delle parole che diventano a loro volta parte di ciò che realizza.
«La parola scritta ha un ruolo molto importante nelle mie creazioni, forse perché sono anche uno scrittore; per molti anni ho scritto canzoni».

Infatti lei è anche musicista: come si sposano le due arti?
«Musica e arte sono due muse nello stesso specchio che si frequentano in maniera molto intima, riservata. Fra di loro vi sono segreti inspiegabili custoditi dal talento e dall’ispirazione, così i colori diventano note e le note diventano melodie che insieme creano l’armonia di un’opera d’arte».

Come Arti & Archi, la performance che fa insieme a sua moglie Elizabeth Boudjema?
«Lei suona il violino mentre io dipingo così musica e pittura si intrecciano in un’esibizione “live” fatta di gesti sonori e movimenti immobili, tutto rigorosamente improvvisato. Ognuno di noi crea un’opera, una “sonora” e una “materica”, che alla fine si uniscono in una sola “costruzione artistica”».

Come reagisce il pubblico?
«Obblighiamo le persone a guardare e ad ascoltare nello stesso momento mentre una creazione artistica nasce da zero: è qui che la cosa si fa intrigante perché mentre l’occhio vuole la sua parte nel guardare la tela, l’orecchio si insinua ascoltando la colonna sonora improvvisata di quella storia. E’ tutta una questione di suspence!»

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