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27. 04. 2024 14:35

La danza a suon di black music di Michel Diamante: «Ballo ovunque. E non mi fermo mai»

L'artista di origini canadesi, balla nei luoghi più scenografici di Milano, inserendo anche qualche mossa di arte marziale

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Le esibizioni di Michel Diamante, abile e instancabile ballerino che nei fine settimana danza in alcune dei più belli e caratteristici luoghi di Milano, non passano di certo inosservate: «Mi vesto di verde acqua marina (o di tonalità scargianti, ndr), porto un cappello e mi riconoscono quasi tutti in città. Lo faccio perché voglio essere unico, speciale. E per restare impresso nella mente della gente, punto a creare empatia. E ci riesco. Spesso cammino per la strada e sento: “Ciao grande”, urlato magari dai tanti rider che stanno effettuando una consegna. Altre persone invece magari mi rivedono dopo anni, ma si ricordano immediatamente di chi sono. Capita così che in tanti mi offrano il caffè, se non la colazione completa».

Michel Diamante: «Ballare in strada o a un evento? È come correre i 100 metri o una maratona»

 

Danza sulle note del soul jazz e della musica funky.
«Il mio ballo è molto tecnico, lo stile è quello di Steve La Chance. Faccio tre turni di due ore in tre postazioni differenti. Nessuno lo fa. Ci vuole una bella preparazione fisica, mi alleno sempre in settimana. Non fumo, non bevo, sono un professionista al 100%. Devi esserlo sempre, ogni giorno dell’anno. Non mi fermo mai, davvero. Ballo anche quando fa freddo e piove, col tempo brutto. Non per altro mi chiamano il ballerino guerriero. O il ballerino col cappello».

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Dove si esibisce?
«Per un anno ho ballato al mercato di Sant’Agostino. Poi mi sono spostato al centro commerciale Fiordaliso. Oggi eccomi in via Dante, davanti al Palazzo Reale, in Brera, in Corso Como, sotto l’arco della Pace, alla fontana di San Babila, in via Marconi. Insomma, in tutti i posti più belli di Milano».

È più difficile danzare in strada o a un evento?
«In strada è molto più dura rispetto a un palcoscenico. Il motivo? Non è assolutamente semplice ballare fuori, sull’asfalto! Diciamo che è come correre i 100 metri o una maratona. Là fuori poi si improvvisa, devi eventualmente anche saper cambiare, mentre a teatro invece devi seguire la coreografia, cioè qualcosa di impostato».

Come rispondono i passanti?
«Io non prendo il cappello per andare verso le persone. Lo lascio lì e ballo. Dopo due ore lo riprendo e cambio postazione. Non riesco nemmeno a mangiare, perché non ho tempo».

Lei è anche un maestro di autodifesa.
«La mia passione erano le arti marziali, mentre la danza era il mio lavoro. Adesso invece è esattamente il contrario».

È più facile insegnare un passo di danza o una mossa di arti marziali?
«Ovviamente sono due cose completamente diverse, ma direi la difesa personale. Nel ballo infatti c’è la musica in più da seguire. E devi fare i passi a tempo. Se vai fuori ritmo non va bene, nelle arti marziali invece esegui quello che ti viene detto. Poi certo, non è che se sai la teoria, sai difenderti. Tanti uomini sono forti, ma se c’è una rissa hanno paura e scappano. Tutto dipende dalle situazioni».

Quando balla, inserisce dei movimenti delle arti marziale?
«Sì, lo faccio. Proprio la scorsa settimana alcuni ragazzi australiani mi hanno fermato per chiedermi questo, cioè se oltre ad essere ballerino fossi anche un combattente. Ho anche l’aspetto di uno che sa difendersi. Agilità e velocità si trovano sia nel ballo che nell’autodifesa».

Cosa le ha dato Milano?
«Molto. In tanti si lamentano, ma io amo la città e i milanesi, sono gentili e simpatici. Se dai qualcosa alla gente, ricevi a tua volta. In generale tutti pretendono, ma se non fai nulla, cosa pretendi? Io ho dimostrato col mio sudore di meritare il rispetto delle persone. E a mia volta rispetto Milano».

 

Chi è

Michel Diamante è un ballerino canadese, poi adottato dalla Francia, che da otto anni si diletta – anzi, diletta – a danzare per le strade di Milano nei weekend. Durante la settimana infatti è un maestro di difesa personale. Insegna alle donne le tecniche militari per poter reagire agli attacchi dei male intenzionati, ma viene chiamato nelle scuole anche per combattere il bullismo tra i più piccoli. Diamante, che prima di trasferirsi in Italia si era esibito anche in spettacoli televisivi o teatrali, oggi danza soprattutto sulle note della musica soul jazz e funky dance, o comunque black music degli anni 70’-80’. Inizialmente a Milano, ma anche in Svizzera, ha insegnato ballo. Successivamente invece si è dedicato all’altra sua passione, quelle delle arti marziali. Trasferitosi nel capoluogo lombardo per amore, nonostante la sua relazione non abbia avuto l’happy ending, alla fine si è sposato con Milano, città che Michel ama con tutto se stesso.

Qual è la piattaforma

Gli artisti che vogliono mostrare quello di cui sono capaci – o le proprie creazioni – a Milano non possono occupare la stessa postazione per più di una volta nello stesso giorno, ma possono riservare più slot nella medesima giornata. Ballerini, cantanti e acrobati guadagnano sostanzialmente in base alla generosità delle persone, dato che si esibiscono “a capello”, cioè a offerta libera. Il discorso invece è diverso per ritrattisti, pittori e scultori che elargiscono una quota mensile al Comune per “affittare” la propria postazione e decidono in autonomia a quanto vendere le proprie opere. Divisi quindi in categorie, che dipendono anche dalla bassa, media e alta emissione, tutti gli artisti devono riservare il proprio slot e la determinata postazione su una piattaforma specifica, chiamata Open Stage (theopenstage.it).

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